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LE VARIABILI SFACCETTATURE DELLA DONNA

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L’Associazione culturale ‘Articolo 3’, in collaborazione con l’Associazione Glocal, hanno ospitato, nella Biblioteca Comunale di Turi, “La città del sesso. Dominazioni e prostituzioni tra immagine e corpo” dello scrittore e sociologo Leonardo Palmisano.

Lungi dal voler essere una guida al sesso di strada, il nuovo scritto di Palmisano, presentato venerdì 1 aprile, ha mosso le basi per un incontro/confronto su una delle realtà nazionali ed internazionali sulla quale, nei nostri giorni, sono puntati i riflettori mediatici e non.

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A partire da un’inchiesta sul mercato del sesso a pagamento è stato sviluppato un racconto che narra le vicende di diverse donne, oggetto di un mercato che si insinua in ogni angolo della realtà sociale. Un incontro, quello tenuto nella sala conferenze della biblioteca, mediato da Fabrizio Resta e alla quale ha partecipato Vito Mariella, dell’Associazione Micaela ONLUS. Interessante la presenza di un rappresentante di questa associazione che quotidianamente si occupa di aiutare donne con problemi legati alla prostituzione, alcolismo, tossicodipenza o donne vittime di tratta, con lo scopo di allontanarle in modo immediato dalla strada, dalla situazione di schiavitù e sfruttamento.

“Leggendo il libro di Palmisano – introduce il Sign.r Mariella – mi sono accorto che i racconti da lui descritti sono le voci e i volti delle vittime che ritrovo nella mia esperienza. Donne alle quali è violato ogni diritto umano” e che, per costrizione o per volontà, rendono il proprio corpo oggetto di una vendita, un elemento da commercializzare. “La Puglia e Bari non sono altro che lo specchio di una realtà – ha commentato lo scrittore – nella quale la sessualità è divenuta parte integrante della vita quotidiana”. Non solo attraverso la classica forma di prostituzione, ma anche attraverso i media che ci bombardano con immagini e contenuti che lasciano poco adito all’interpretazione.

Numerosi sono i protagonisti che illustrano il mondo della prostituzione, delle escort, dei clienti, ma anche della droga e delle spiacenti e gravi vicissitudini che le donne subiscono, come lo stupro. In questo intricato “mondo”, sottolinea Mariella, bisogna comunque fare un distinguo tra prostituirsi e prostituzione; tra la figura del “pappone”, tipico del mondo occidentale o del territorio asiatico e la figura della “madame” della realtà africana, per la quale la donna, resa schiava, è costretta a prostituirsi per saldare i suoi debiti.

Cambiano le modalità di sfruttamento, ma l’obiettivo è lo stesso: rendere la donna schiava e fare del suo corpo un oggetto, una merce, sul quale creare un “lavoro”.

L’inchiesta portata avanti dal sociologo e scrittore Palmisano sulle varie forme di prostituzione, “differenziata per gusti e preferenze” è l’immagine della società globale.

L’inchiesta analitica condotta dall’autore mette a nudo la violenza psicologica, prima ancora che fisica, di donne, spesso straniere, costrette alla prostituzione, che si intreccia nel mondo capitalista con la realtà delle escort, perlopiù sudamericane, che annoverano tra i loro clienti anziani uomini benestanti. Sono quindi anche i consumatori del sesso a pagamento, sotto l’occhio del sociologo. Descritti come coloro che soffrono “di un incommensurabile abisso affettivo”, abituati alla tratta delle prostitute e a schemi comportamentali abbondantemente offerti dal web.

La serata però ha offerto anche uno spunto di riflessione e di approfondimento sul ruolo della donna nella realtà africana per mezzo di diverse testimonianze. Ascritto nel progetto del “Walking Africa deserte A Nobel”, si è posto l’accento su una proposta, a livello mondiale, di omaggiare il ruolo della donna in Africa con il Premio Nobel 2011. Legato alla campagna di sensibilizzazione, alla quale si può partecipare sul sito www.noppaw.org, si vuole conferire alle donne africane il giusto riconoscimento per il un ruolo fondativo della sopravvivenza dell’intero continente. Un ruolo troppo spesso dimenticato, ma che rappresenta il futuro dell’intera Africa.

Due immagini, un solo contesto ed obiettivo: ridare alla donna e al suo ruolo di guida non solo familiare, ma anche sociale un riconoscimento, così da mediare alla raffigurazione mercifica di un corpo che è portatore di carattere, forza e futuro non solo di se stesso, ma di un’intera società.

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