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A-A-A: ACCOGLIENZA, AFFIDO, AMORE!

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Queste le 3 componenti su cui si è incentrata la II fase del Progetto ‘Famiglie Accoglienti’, svoltasi il 25 febbraio presso il Centro Culturale Polivalente del Comune di Turi.

Il Progetto ‘Famiglie Accoglienti’, esistente già dal 2009 e, abbracciando 4 comuni Gioia del Colle, Casamassima, Sammichele di Bari e Turi, è un intervento educativo di supporto rivolto a famiglie con figli minori, temporaneamente in stato di difficoltà. L’intento principale del Servizio è quello di promuovere e migliorare le condizioni di vita dei minori e offrire un aiuto psicologico all’intero nucleo familiare.

A presentare questo Progetto è intervenuto l’Assessore ai Servizi Sociali, Gianfranco D’Autilia, il quale ha suggerito di far pervenire il messaggio capillarmente ad ogni singolo nucleo familiare. In merito a ciò, chiarificativa è la relazione della coordinatrice del Progetto, Rosanna Santoro che ha elencato i 4 punti sui quali lavora il Servizio:

Intervento di educativa territoriale domiciliare: avente come punto di partenza il domicilio del minore. In questo contesto è più facile operare poiché si tocca dal vivo la realtà problematica in cui vive il fanciullo con lo scopo di favorire un processo di cambiamento volto all’ autonomia dell’ intero nucleo familiare;

Intervento a sostegno della genitorialità e di mediazione dei conflitti: l’esperto Ferdinando De Muro spiega come è difficile il “mestiere” del genitore in questa società. Per questo, la soluzione migliore non è prendere in considerazione i modelli dei nostri avi poiché ogni contesto familiare esige l’elaborazione di un’esperienze diversa. Tale tipologia di intervento si sposta nelle scuole o in parrocchie proponendo una serie di progetti e laboratori mirati al sostegno e alla prevenzione dei conflitti.

Ad illustrarci il terzo e il quarto punto interviene la psicologa Michelina D’Addabbo riguardo la:

Sensibilizzazione e promozione ai temi dell’affido, il cui intento è quello di creare famiglie disposte ad accogliere bimbi con difficoltà. Per far ciò, dice la psicologa: “È importante muovere una vera e propria cultura dell’affido poiché affido, non è aprire un semplice portafoglio, ma aprire il proprio cuore e donare amore”.

Indispensabili a ciò sono gli sportelli di consulenza a cui spetta il compito maggiore, ovvero quello di sostenere psicologicamente sia la famiglia a cui il bambino viene sottratto, sia la famiglia affidataria affinchè vengano escogitati metodi e sistemi volti all’integrazione del minore. L’obiettivo è rafforzare in lui l’autostima e l’autonomia, rendendolo più forte e sicuro.

A concludere questa Conferenza, l’esperta in mediazione dei conflitti, Angela Lacitignola, dopo aver ringraziato i catechisti e in particolare Don Giovanni Amodio per aver contribuito al Progetto. Chiarisce il principio di tale conflitto afferma che l’ostilità e le guerre partono dalla diversità di ognuno di noi e dal diverso modo di concepire una questione. A ciò non servono leggi, ma bisogna puntare su un cambiamento culturale condiviso ovvero su una cultura di mediazione e aggiungerei di convivenza.

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