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‘TUTELARE E PROMUOVERE IL TERRITORIO’. L’I.T.E.S. A BARI

olivo

Oltre 150 gli allievi dei corsi di formazione, 36 seminari organizzati in ogni comune delle province di Bari e BAT, a cui ha partecipato complessivamente un pubblico di oltre 750 persone, tra imprenditori agricoli, rappresentanti della società civile, cittadini-consumatori.
Allo svolgimento del progetto hanno lavorato sinergicamente il CRSA (Centro di Ricerca Basile Caramia di Locorotondo), Terranostra Puglia, associazione agrituristica e ambientale della Coldiretti, l’Università degli Studi di Bari, Telenorba, con la collaborazione degli Istituti Scolastici “A. Agherbino” di Noci, “G. De Gemmis” di Terlizzi, I.T.C. “S. Pertini” di Turi; “R.Canudo” di Gioia del Colle, I.I.S.S. – I.P.S.I.A. – I.T.C. – L.S di Santeramo in Colle e dell’A.T.O. Bari/5.
“Contro l’abbandono delle campagne, l’inquinamento, lo sfruttamento – a volte indegno – del nostro patrimonio rurale, la Provincia di Bari ha voluto dare un segnale concreto, attraverso la realizzazione del progetto sulla ‘Gestione eco-sostenibile del suolo’. L’attività si è concentrata sulla formazione di tecnici e operatori che quotidianamente devono attivamente salvaguardare il territorio, attraverso 3 corsi di formazione e 36 seminari che hanno interessato tutto il territorio provinciale di Bari e della BAT”. Così gli Assessori alla Formazione Professionale della Provincia di Bari, Mary Rina e all’Ambiente, Giovanni Barchetti, hanno spiegato gli obiettivi del progetto durato 10 mesi e giunto a conclusione.
“Dobbiamo assolutamente contrastare – ha aggiunto il Preside della Facoltà di Agraria di Bari, Vito Savino – il processo di abbandono delle campagne che fino a 10 anni fa pareva una emorragia inarrestabile. Oggi siamo al fianco degli imprenditori agricoli per riuscire ad innovare e dare nuova linfa vitale al settore agricolo, vera ricchezza dell’economia della provincia di Bari”.
“Il processo di rigenerazione del settore agricolo – ha aggiunto il Presidente di Terranostra Puglia, Gianvincenzo De Miccolis Angelini – che ha nei giovani imprenditori agricoli gli attori principali va accompagnato da mirate azioni incentivanti che diano risalto alle professionalità esistenti e promuovano un nuovo modo di fare impresa. I giovani imprenditori agricoli, attenti all’innovazione e agli strumenti per aumentare la competitività sui mercati nazionali ed internazionali, intendono contribuire alla costruzione di un forte SISTEMA PUGLIA basato sulle risorse del territorio, sui servizi innovativi e sulla forte distintività delle eccellenze e delle produzioni tipiche di qualità del sistema agricolo e agrituristico pugliese”.
Oggi il 35 percento delle imprese agricole è condotto da giovani; le giornate di lavoro in cui sono impegnati lavoratori agricoli tra i 20 ed i 40 anni sono 4.907.478, quasi la metà rispetto al totale di 11-12 milioni di giornate lavorative l’anno (pari al 15% del totale nazionale). Numeri ragguardevoli per un settore che ha vissuto negli anni un processo di invecchiamento che pareva inarrestabile.
“Gli agricoltori divengono, in tal senso, i custodi della agri biodiversità – ha spiegato Vincenzo Fucilli, Ricercatore Dipartimento di Progettazione e Gestione dei sistemi Agro-zootecnici e Forestali della Facoltà di Agraria dell’Università di Bari – che, oltre ad utilizzare diversificate specie vegetali ed animali, adatte alle condizioni locali ed adattabili al dinamismo intrinseco di queste – in una maniera tale da contribuire alla complessità ed alla resistenza degli ecosistemi che costituiscono l’equilibrio naturale – mantengono in vita le conoscenze locali e le tradizioni culturali che formano parte integrante della gestione della biodiversità agricola.
“Ciascun corso ha fornito – ha concluso Maria Grazia Piepoli, Responsabile del Settore “Gestione Corsi” del CRSA “Basile Caramia” – le conoscenze fondamentali del sistema suolo quale substrato naturale al cui interno si svolgono processi chimici, fisici e biologici di fondamentale importanza sia per la produzione agricola ma anche e soprattutto per la salvaguardia dell’ambiente. Particolare attenzione è stata rivolta agli effetti che le intense attività antropiche determinano sulla perdita di “qualità” dei suoli. E’ stata altresì introdotta la problematica relativa all’impoverimento della sostanza organica nel suolo e alle tecniche d’elezione per la sua conservazione e arricchimento tra le quali primeggia il compostaggio che contribuisce anche a ridurre l’annoso problema della riduzione dei rifiuti da destinare in discarica”.

 

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