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IL “METODO GIGANTELLI”: LA DENUNCIA

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Il sindaco Gigantelli, il vicesindaco Tundo e l’amministrazione tutta hanno finalmente trovato pane per i loro denti. Inutile precisare che il riferimento non è all’azione di contrasto dell’opposizione consigliare, bensì alla caparbietà e all’orgoglio di un gruppo di vecchietti, dai quali tutta la comunità turese avrebbe da trarre spunto.

Il fatto incriminato, di cui noi del circolo “A. Gramsci” abbiamo raccolto testimonianza e ci facciamo portavoci, è il seguente: le amministrazioni che si sono susseguite nel corso degli anni hanno sempre tentato di privare la locale sezione della “Associazione Nazionale Combattenti e Reduci” della sede adiacente al Comune e l’attuale compagine governativa non si è sottratta alla consuetudine: ha convocato il presidente dell’Associazione e gli ha chiesto di concedere al Comune due delle tre stanze riservate ai Combattenti.

Lungi da noi pensare che l’ottenuto consenso sia stato estorto con minacce o raggiri, ma un punto deve essere chiarito: gli amministratori, avendo a che fare con un novantenne, avrebbero dovuto quantomeno rammentargli di discutere della richiesta con gli altri membri dell’Associazione e, solo dopo aver ricevuto l’approvazione del direttivo, firmare le relative carte. Ciò non è avvenuto e quando gli altri Combattenti sono stati informati dell’accaduto, si sono perentoriamente rifiutati di liberare i locali, sia perché una delle due stanze (la c.d. “segreteria”) contiene quadri e documenti, cui i signori sono molto legati da un punto di vista affettivo e che la comunità turese dovrebbe imparare a valorizzare, essendo testimonianza di un passato che diventa sempre più evanescente, man mano che i suoi protagonisti vengono a mancare; sia perché non hanno apprezzato il metodo: sono sì quasi tutti novantenni, ma riescono ancora a comprendere la presa in giro, sopratutto quando proviene dal potente di turno.

Tale presa di posizione ha sortito i suoi effetti, palesando l’arroganza e la supponenza che caratterizzano alcuni dei membri della Giunta: un esempio per tutti, il vicesindaco Paolo Tundo che, recatosi nei locali incriminati per cercare di convincere i membri a concedere le stanze e vistosi opporre un netto rifiuto, ha iniziato a minacciare i vecchietti, asserendo, tra le altre cose, che avrebbe convocato il prefetto per sgomberare le stanze.

È chiaro che i signori non si sono fatti intimidire (figuriamoci se chi ha trascorso svariati anni tra battaglie, prigionie e nefandezze dei Nazisti, possa provare timore per le parole del signor Paolo Tundo!), ma è ancora una volta il metodo a lasciare interdetti: usare arroganza ed alzare la voce con chi pare debole rendono chiare la scarsa autorevolezza di chi ci amministra e l’incapacità di dialogare con i cittadini. Basta chiarire che l’Associazione (che è oramai composta da soli 15 membri) sarebbe disposta a concedere una delle stanze, consapevole che potrebbe servire come sede di organizzazioni senza scopo di lucro, ma dietro un chiaro atto concertativo e a patto che la “segreteria” non venga toccata.

A corollario della vicenda, va sottolineata la scarsa sensibilità dei nostri amministratori rispetto ad un’Associazione che rappresenta la memoria storica di eventi tragici e che, se fosse valorizzata (così come lo Statuto Comunale richiede), riuscirebbe ad apportare un’importante valore aggiunto nella crescita della comunità e nella sedimentazione dei valori fondanti della democrazia, sopratutto nella giovani generazioni.

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