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‘IL CANILE È BEN OLTRE LA SUA CAPIENZA’

cane

Riceviamo e Pubblichiamo.


In seguito all’episodio avvenuto sulla SP 215, è finalmente emerso un grosso problema che riguarda Turi e tutti i comuni limitrofi: l’assenza delle istituzioni riguardo il problema del randagismo.

Il canile comunale è ben oltre la sua capienza, in totale i volontari che si occupano di questa struttura comunale sono 2, tranne qualche giorno particolare in cui altri amici e amiche riescono a ritagliare un po’ di tempo per darci una mano. I compiti dei volontari? Sfamare i cani, portarli a passeggio, pulire le gabbie, dare loro medicine, aiutare i veterinari quando sterilizzano e tantissime altre faccende. Ho addirittura costruito delle pensiline per i mesi più caldi, visto che i cani sono sotto il sole cocente a 40 gradi, le cucce non sono di conforto in questi casi. Ho anche montato delle recinzioni, con delle reti pagate dal comune, ma montate da me, libero cittadino. Ma non sono questi i compiti più gravosi. Quello che ci strazia l’anima è guardare negli occhi queste creature, giorno per giorno sempre più deluse dalla razza umana. Vorremmo sapere nome e cognome di chi ha concepito un’area di isolamento così poco dignitosa. Penso che il carcere a regime duro sia una vacanza in Costa Azzurra rispetto a queste gabbie da 1,5 metri quadri. Cosa hanno fatto per meritare questo carcere? Hanno forse delle colpe? Eppure sembra proprio che quel canile sia un posto dimenticato da Dio. E non solo. Dove sono le istituzioni? Personalmente faccio volontariato da un anno e 2 mesi, sono andato in canile ogni giorno, compresi i giorni di Natale, Capodanno e tutte le domeniche. Mai un giorno libero, i cani non vanno in ferie. Non ho mai visto un consigliere comunale, del sindaco non so neanche la faccia, i vigili non hanno la forza di entrare e quando sono accaduti episodi di aggressione intraspecifica è toccato a me, volontario, raccogliere le carcasse e sistemarle nel freezer. Ogni mattina mentre percorro gli ultimi 100 metri prima di parcheggiare, ho sempre il timore di trovare qualche scena che neanche Dario Argento ha mai concepito. Chi sono i responsabili di questa situazione? E’ possibile che tutto questo passi completamente inosservato? E’ possibile che il problema del randagismo sia affidato a me e a Maria Rosaria, che si è involontariamente ritrovata trascinata in questo inferno da un paio di mesi? Ultimamente ci siamo fatti carico di spese che dovrebbero essere a carico del comune, perché dopo aver capito come funziona la burocrazia turese, abbiamo deciso di tagliare la testa al toro (tranquilli, non è il toro sotto l’albero) e di curare i cani a spese nostre. Trovate che sia dignitoso tutto questo?

Pino Carenza ha anche scritto una lettera pubblica, dove fa appello alla sensibilità degli uomini giusti. Spiega anche che il cane poteva essere soccorso e portato nell’ambulatorio del canile, dove ci sono farmaci e il posto per la degenza post-chirurgica. Mi viene naturale la battuta: al canile c’è carenza… di Carenza! Se solo fosse venuto a documentarsi prima di fare tali affermazioni, avrebbe saputo che nell’ambulatorio del canile è possibile operare, ma non c’è posto per il ricovero. E sì, abbiamo dei cani persino nel bagno! E poi si parla di farmaci, quali farmaci? Quelli che ho comprato io con i soldi che mi sono stati donati dall’associazione Pelosi Liberation Front oppure i farmaci scaduti da 4 anni che ho trovato nell’ambulatorio e che ho prontamente gettato nella spazzatura?

Con questa lettera vogliamo invitare Pino Carenza al canile sanitario, per cominciare un dialogo serio e costruttivo. Noi siamo li ogni mattina, se serve un recapito telefonico può telefonarmi al 3486466874.

Spero di ricevere delle risposte immediate, è sempre buona norma battere il ferro quando è caldo. Passeranno dei giorni e tante parole, ma ho sempre quella triste sensazione che io, da solo, non riuscirò a cambiare il mondo.

Inoltre vorrei invitare chiunque ha tempo da dedicare ai cani, a contattarmi per fare volontariato. Non c’è bisogno di conoscenze specifiche, non serve una laurea in veterinaria o un certificato da addestratore. Tutti sono in grado di portare a spasso dei cani.

A conclusione di questa lettera, vorrei ricordare i miei amici che per colpa di cittadini benpensanti, politici impegnati e animalisti della domenica, non ci sono più.

Ciao Ringhio, Uccio, Snoopy, Tempesta, Stella, Rex, Mac1, Mac2, Bruno e tutti i 20 cuccioli che sono morti senza che nessuno, tranne me, se ne è mai accorto.

Gaetano Pirulli

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