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POLITICA: LA CONFUSIONE REGNA SOVRANA

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(Foto kataweb.it)

Riceviamo e Pubblichiamo.


La cronaca politica degli ultimi giorni registra significative dichiarazioni in casa PD: Massimo D’alema, immortale stratega della “sinistra” italiana, ha affermato qualche giorno fa che, in caso di elezioni, servirebbe una coalizione inedita, la più larga possibile, riunita attorno ad un programma di salvezza nazionale,  una coalizione insomma che comprenda Pd, Udc e Fli.

Uno dei suoi fedelissimi, il pugliese Nicola Latorre, afferma che “va riscritto l’atto fondativo del Pd, con l’ingresso di Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola e dei nuovi movimenti cattolici”.

Si tratta di dichiarazioni sulle quali soffermarsi e riflettere; lungi dal voler rimarcare l’eterna schizofrenia che caratterizza il principale partito di “sinistra”, è abbastanza singolare il calderone dalemiano, composto sia da ingredienti già sperimentati – l’UDC di Casini – sia da componenti innovative – Futuro e Libertà di Fini, l’ex segretario di MSI e AN (qualora qualcuno l’abbia dimenticato), risvegliatosi improvvisamente dopo 16 anni di torpore berlusconiano. Tutti comprendono la totale differenza di vedute tra le forze politiche di cui si discorre, talmente insormontabili da rendere praticamente irreale la prospettiva di un programma comune, benché “di salvezza nazionale”.

In tutto ciò, D’alema dimentica un piccolo/grande particolare: le uniche forze di sinistra del Paese, quelle che, per intenderci, erano presenti alla grande manifestazione del 16 ottobre a Roma (almeno 1 milione di partecipanti), Federazione della Sinistra e S.E.L. Quale posizione nell’ottica dalemiana avrebbero tali partiti? L’onorevole Latorre propone lo scioglimento di S.E.L. nel PD, chiaramente con l’intento di evitare ulteriori figuracce in sede di primarie, visto che l’ascesa di Vendola sembra per il momento inarrestabile. Ma la risposta del leader di S.E.L. è, al momento, negativa, avendo egli chiarito che il suo obiettivo non è quello di rifondare il PD, bensì di rifondare il centrosinistra e di costruire i programmi all'”aria aperta”.

Ma, una coalizione che vada dalla Federazione ai FLI sembra obiettivamente ridicola, così come sembra assurdo che ancora una volta i dirigenti del PD non tengano conto della base, ma si affidino ai puri e semplici calcoli aritmetici, prescindendo dai programmi e dalla realtà concreta, incuranti che una forza riformista e progressista (come si definisce il PD) non può avere nulla in comune con chi disconosce il principio di laicità dello Stato o con chi è stato fondamentale per l’approvazione di leggi ad personam o di provvedimenti-sfascio per la pubblica istruzione (solo per citarne alcuni).

In ogni caso, D’alema docet, e, per parlare della nostra realtà, il PD Turi esegue: si parla di pesca al centro e di mani tese più ai partiti di centro, che a quelli di estrema sinistra; si definisce l’atteggiamento dei membri del circolo “A. Gramsci” (espressione non solo di S.E.L., ma anche, e vogliamo sottolinearlo una volta per tutte, della FEDERAZIONE DELLA SINISTRA) politicamente scontroso, ma si precisa che in caso di grande intesa (“per esempio sul lavoro”) ci potrebbe essere un’amalgama tra i vari partiti del centrosinistra.

È lampante: la confusione regna sovrana anche nel Partito Democratico turese, che non ha ancora ben compreso cosa fare della propria esistenza:  si va a destra, si va a centro o si va a sinistra? O, magari, si è in attesa della manna dal cielo, dell’onnipresente jolly denominato indipendente (non importa chi sia, nè di quale programma politico si faccia portatore, nè tantomeno quali siano i suoi valori di riferimento, l’importante è che goda di un bacino elettorale consistente)?

Il circolo “A. Gramsci” intende semplicemente chiarire il suo intento: continuare a lavorare, ascoltando le istanze dei cittadini, evidenziandone i problemi e proponendo soluzioni, in un atteggiamento di aperto e continuo scambio con chiunque (singoli, associazioni e forze politiche rappresentate nel  territorio – PD ed IDV) ritenga di condividere i nostri programmi ed obiettivi. Questo è stato in passato l’atteggiamento che ci ha contraddistinti e tale continuerà ad essere, nell’auspicio di abbandonare una politica vecchia fatta di tatticismi e personalismi, per addivenire ad un impegno che, finalmente, si incentri sui reali bisogni della popolazione.

 

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