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GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

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Oggi, 25 novembre, il mondo celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Abbiamo chiesto in giro a qualche nostro concittadino, ma nessuno sapeva di questa data e nessuno ha voluto rilasciare una propria dichiarazione, anche se in forma anonima. È un argomento difficile da affrontare, questo della violenza e dei maltrattamenti sulla donna, spesso mascherato e occultato dietro le porte o le maschere che giornalmente si alzano per nascondere agli altri.

Nel 2009 solamente in Italia sono stati denunciati oltre un milione di casi di violenza su donne, di ogni età, provenienza e religione. La violenza subita dalle donne, sia fisica, sessuale o psicologica, è un dramma quotidiano che tocca quindi anche le nostre realtà, perché, com’è ormai noto, la violenza è endemica, sia nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo, e le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali e a tutti i ceti economici.

In questo giorno si celebra il rifiuto al donnicidio, alla violenza familiare, agli stupri, ai maltrattamenti, ai sequestri, agli abusi, alla molestia sessuale, al machismo, al sessismo ed a tutte le altre aggressioni che violano i diritti umani basilari, i diritti sessuali ed i diritti riproduttivi.

La violenza contro le donne giovani ed adulte è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse nel mondo.

“Una donna ogni tre” nel mondo subisce maltrattamenti nel suo ambiente familiare, situazione che colpisce, in maggiore o minore misura, tutti i paesi senza eccezione, secondo dati del Fondo delle Nazioni Unite per la Donna (UNIFEM). “Una donna ogni tre nel mondo sarà violentata, aggredita, forzata ad avere relazioni sessuali o sarà maltrattata altrimenti durante la sua vita. La violenza distrugge non solo le vite delle donne, bensì il potenziale che si potrebbe avere in esse. Ciò provoca gravi perdite ed arretramento nelle loro stesse comunità”, si legge sempre nel trattato UNIFEM.

Per combattere la violenza sessuale e domestica bisogna sicuramente cambiare quella cultura che la giustifica e per contrastarla è necessario un impegno costante e stabile, un piano d’azione locale, nazionale e internazionale da parte di tutti, programmi di azioni di pari opportunità nel mondo del lavoro, l’attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla formazione professionale, nonché l’attuazione di politiche di prevenzione delle molestie sessuali e delle molestie in genere sui luoghi del lavoro e di politiche di prevenzione e di contrasto alle violenze in genere sulle donne.

Questa data è stata scelta dal movimento internazionale delle donne in onore delle sorelle Mirabal, Minerva, Patria e María Teresa, attiviste della Repubblica Dominicana assassinate il 25 novembre del 1961 perché si opponevano al regime dittatoriale del loro paese. Il coraggio dimostrato e la forza delle sorelle Mirabal hanno contribuito a renderle delle eroine internazionali. La loro storia è stata scelta a simbolo della grave violazione dei diritti umani rappresentata dalla violenza sulle donne.

In questa giornata, tutto il mondo dovrebbe stringersi attorno a quelle donne che quotidianamente subiscono violenza, soprattutto nei paesi sotto sviluppati. L’istruzione può essere una via di fuga dalla povertà, perché accresce le possibilità di scelta delle donne e riduce la loro dipendenza economica, ma discriminazione e violenza negano alle ragazze l’accesso all’istruzione. Ad oggi più di 55 milioni di bambine e ragazze in tutto il mondo non frequentano alcuna scuola.

Amnesty International si concentra quest’anno sul legame tra povertà e violenza, per spezzare questo circolo vizioso in cui moltissime donne nel mondo sono costrette a vivere. Le donne e le ragazze che vivono in povertà spesso vedono violati i loro diritti umani. Le loro vite sono segnate dalla violenza sessuale, dallo scarso accesso a un’istruzione adeguata e dalla mancata protezione dai rischi collegati alla gravidanza e al parto. I loro diritti devono essere protetti e le loro voci ascoltate. In tutto il mondo tante iniziative per non dimenticare e continuare a combattere e denunciare. Iniziative diverse e particolari quali percorsi di lettura sulla donna e artisti, galleristi e personaggi di cultura che condividono con la cittadinanza il messaggio comune di solidarietà alla donna. A Roma, Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, e Emma Bonino, vice presidente del senato, hanno firmare congiuntamente i primi due petali di rosa della campagna END FGM, sottolineando l’impegno per promuovere l’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili in Italia, in Europa e nel mondo.

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