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DIBATTITO PER CONTESTARE LA RIFORMA GELMINI

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Il Circolo locale “A. Gramsci” sabato scorso ha organizzato una giornata dedicata al mondo della scuola. La prima parte ha riguardato la consegna, provocatoria, della carta igienica agli alunni e ai genitori nei pressi delle Scuole Elementare e Media prima dell’inizio delle lezioni. La seconda, consistente in un dibattito pubblico sui tagli operati dalla riforma Gelmini al mondo della scuola, si è svolta presso la Biblioteca comunale alle ore 18:00. Alla manifestazione hanno partecipato il segretario provinciale della CGIL scuola, prof. Menga, numerosi professori e genitori. Assente, per motivi familiari, il Dirigente scolastico della Scuola Elementare di Turi. L’incontro è servito a raccogliere una serie di testimonianze sulle difficoltà che quotidianamente gli studenti ed i genitori affrontano in seguito alla riforma Gelmini.

Il prof. Filippo Losacco (componente del Circolo Gramsci) ha avviato il dibattito parlando della sua esperienza di professore precario e della sempre minore qualità dell’offerta formativa. Losacco, inoltre, ha sostenuto che “ogni euro in meno rappresenta un pezzettino di futuro che viene meno”. Per gli organizzatori era importante capire le eventuali responsabilità dell’Amministrazione comunale sullo stato della scuola turese.

In seguito è intervenuto il prof. Menga che si è soffermato sul significato di riforma: “Che cosa vuol dire riforma? Partire da quello che c’è e migliorarlo. L’offerta formativa è stata ridotta. È diminuito il numero di ore di lezione. Complessivamente abbiamo 30mila classi in meno rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento di 14mila studenti. Con la riforma Gelmini si sta facendo una operazione di ragioneria. Numerosi sono i problemi che riguardano il personale ATA e quello docente. L’altro fenomeno che merita un approfondimento è quello della licealizzazione”.

Ha fatto seguito il dibattito con numerosi interventi, tra cui segnaliamo quelli di Antonio Zita (componente di Link – sindacato degli studenti) e del dott. Nardozza (ricercatore della Facoltà di Scienze) che si sono soffermati sullo stato dell’Università. In particolar modo sulla svalutazione della retribuzione dei ricercatori del 94% (in tre anni sono stati decurtati 1,5 miliardi di euro), sulla possibilità che il privato subentri nel CDA (secondo Nardozza è una scelta che si scontra con l’art.33 della Cost., quindi incostituzionale). Altri spunti di riflessione ha suscitato la competizione tra la scuola pubblica e quella privata.

Dalla serata sono venute fuori delle considerazioni.

Innanzitutto, i tagli indiscriminati andrebbero sostituiti da una riforma che guardi più all’organizzazione e agli investimenti per la didattica da effettuare.

Inoltre, andrebbe eliminato l’elevato turnover degli insegnanti legato principalmente al precariato. Questi sono elementi oggettivi di debolezza della scuola pubblica.

Secondo il Ministro Gelmini il dimagrimento della spesa dovrebbe tagliare le inefficienze senza ridurre il livello del servizio. Purtroppo questa logica è sbagliata perché:

–         L’Italia in passato investiva meno rispetto alle Nazioni ricche, quindi avrebbe dovuto incrementare quegli investimenti;

–         Non esiste nessuna soluzione mediante la quale i tagli della spesa riducano l’inefficienza senza intaccare l’offerta formativa.

Se questi problemi non verranno affrontati nei prossimi anni, assisteremo ad un peggioramento della situazione della scuola.

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