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LA SCUOLA DI TURI TRA TAGLI E RIFORMA

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Riceviamo e Pubblichiamo.


Art. 9 Cost.: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”.

Art. 33 Cost.: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.

Art. 34 Cost.: “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è gratuita”.

Queste sono solo alcune tra le norme costituzionali che elevano il “diritto allo studio” al rango di principio costituzionale; ciò significa che uno dei compiti primari di cui dovrebbe farsi carico chi ci governa è assicurare a tutti – a prescindere dalla nazionalità o dalle condizioni economiche e sociali – la possibilità di ricevere un’adeguata istruzione, che permetta ai singoli di sviluppare le proprie attitudini ed allo Stato di progredire e non restare indietro rispetto agli altri Paesi.

Peccato che il legislatore sembra aver totalmente dimenticato il ruolo fondamentale della scuola pubblica: gli ingenti tagli previsti nella famigerata legge 133 del 2008, insieme ai successivi provvedimenti della ministra Gelmini, colpiscono l’intero sistema scolastico, dalle scuole materne fino all’università, generando devastanti conseguenze di cui tutti (genitori, studenti, insegnanti, personale ATA e ricercatori) cominciano ad avere piena consapevolezza. A titolo esemplificativo, si registrano:

  • classi sempre più sovrabbondanti, composte da almeno 30 studenti, con evidenti ricadute sulla qualità dell’offerta didattica;
  • tagli che hanno sottratto alla scuola i fondi per l’acquisto del materiale c.d. di facile consumo (gessetti, carta per fotocopie, carta igienica, saponette, ecc.), col risultato che i genitori sono costretti a versare una somma aggiuntiva per assicurare lo svolgimento delle lezioni e un’adeguata igiene nell’ambiente scolastico;
  • tagli del personale docente e ATA che si traducono in un balletto di professori che penalizza prima di tutto gli studenti, a cui si sottrae il diritto alla continuità didattica;
  • riduzione dell’orario settimanale delle lezioni, per favorire un risparmio dello Stato che, tra tanti sprechi, non sa trovare che nell’istruzione dei ragazzi una voce di spesa da ridurre;
  • passando al settore universitario, importante aumento delle tasse che, aggiunto all’incremento delle tariffe dei mezzi pubblici ed al sempre elevato costo dei libri, funge da deterrente alla scelta di iscriversi o proseguire l’università per molti studenti.

E si tratta solo di alcune tra le numerose e devastanti conseguenze di tali provvedimenti, che portano a chiedersi se oggi abbia ancora senso in Italia parlare di “diritto allo studio” e di “pubblica istruzione”.

Per questo, il circolo “A. Gramsci” (espressione di Sinistra Ecologia e Libertà e Federazione della Sinistra) ha organizzato per sabato 6 novembre, alle ore 8, un’azione dimostrativa di distribuzione di carta igienica agli studenti presso la scuola elementare ed alle ore 18, nella Biblioteca comunale, una tavola rotonda per discutere e confrontarsi sulle problematiche della scuola e sull’impatto della riforma Gelmini sulle scuole di ogni ordine e grado di Turi; l’incontro è aperto a tutte le parti in causa e vedrà la partecipazione del dirigente della scuola primaria di Turi, dott. G. Vernì, e del segretario provinciale della FLC CGIL, C. Menga, oltre che l’intervento di docenti di tutti i gradi (dalla scuola primaria all’università), studenti, personale amministrativo e rappresentanti dei genitori. E’ un momento di confronto sui problemi delle nostre scuole e un tentativo di analisi delle soluzioni.

Viste l’importanza e la trasversalità della tematica, si invita tutta la cittadinanza a partecipare.

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