MAMMA, COME MI SI E’ AFFLOSCIATO GIGANTELLI…
Gigantelli: dieci ne pensa, cento ne combina! Fa e disfa. Combina e scombina. Mette e rimette. Accocchia, scocchia e riscocchia. Si dimette da sindaco la mattina mentre inizio a scrivere il mio articolo per Turiweb ma, nell’arco di poche ore, cambia idea, revoca le dimissioni e devo ri-scrivere il pezzo.
Quando 3 anni fa diventò sindaco di Turi, qualcuno come noi che ha la pretesa di conoscerlo da sempre, sentenziò: non resisterà tutti i 5 anni. Si annoierà, manderà via qualche assessore, sperpererà, dissiperà tutto il vantaggio in consiglieri che ha. Detto e fatto. E’ stato così. Ma Gigantelli, man mano che trascorrevano gli anni, ha cambiato carattere e comportamento.
Lui che era tutto precisino, perfettino, ha iniziato a confondere ‘fave e fògghie’, diventando confuso e confusionario. Tutto è cominciato da quando ha deciso di darsi ai rimpasti. Un rimpasto al giorno – diceva (e dice) convinto – toglie il commissario prefettizio di torno. Rimpasti, dei quali si deve sottolineare, non gli è venuto bene uno. Assessori diventati consiglieri, esterni diventati assessori, oppositori assessori, assessori oppositori, oppositori suppositori e supporters. Ad un certo punto non si sapeva più se quella determinata delega, l’avesse PINCO oppure fosse passata nelle mani di PALLINO. Deleghe date e ritolte, date e ridate. Brevettato il gioco delle deleghe.
Il sindaco Gigantelli, da qualche tempo a questa parte, è migliorato: nel senso che è peggiorato. Si è sgonfiato, afflosciato. Ha delegato il tuttòlogo Tateo a fare tutto, D’Autilia a fare niente ma l’importante era toglierlo dall’opposizione. Infine ha delegato Palasciano a far numero.
Ebbene sì, noi vogliamo il Gigantelli di prima, come prima, più di prima. Basta con questo Gigantelli che scrive una lunga lettera di dimissioni e nella quale ci mette tutto tranne: la punteggiatura nei primi 4 righi, l’accento su ‘da’, ma in compenso ci infila parole non da sindaco come ‘MINCHIONERIE’.
Insomma, dottor Gigantelli, nessuno la obbliga ‘OBTORTO COLLO’ a fare il sindaco, per il quale si vede lontano un miglio che non è portato. Vuole un Consiglio? Subito dopo sant’Oronzo, rifaccia con cura le valigie e torni a casa.
Al massimo la rimpiangeranno una De Florio ‘tutta parole e niente fatti’ e un arciprete ‘tutta casa e chiesa Madre sempre chiusa’.
LA MAGGIORANZA STA. DEL SINDACO NEANCHE L’OMBRA…