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TUNDO: DOVEVO ESSERE IO IL VICESINDACO, MA…

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IL 30 GIUGNO FIRMARONO TUTTI PER LA NOMINA DI TUNDO A VICESINDACO. POI IL DIETROFRONT.

TUNDO: ‘Ora dico la verità. Sono stanco. Non mi va di essere trattato così!’

 

 

E’ buono e gli tirano le pietre. E’ cattivo e… vediamo che succede. Paolo Tundo non ci sta a fare il ‘fesso della comitiva’. Questa volta parla – “Voglio essere cattivo, voglio malignare un po’!”.

Tundo scopre il coperchio del pentolone. Rimesta qua, rimesta di là, viene a galla tutto quello che è accaduto nelle stanze segrete della maggioranza, la notte del 30 giugno scorso. Tutto sulle voci che, fino alla vigilia dell’ultimo consiglio comunale, lo davano per vicesindaco in pectore. Paolo Tundo si confessa anche in reazione all’intervista rilasciata dal consigliere di minoranza, Natalino Ventrella a Turiweb. E cosa c’entra Ventrella? Andiamo con ordine.

Alcuni giorni fa Ventrella attaccò Paolo Tundo per aver messo in giro voci sulla nomina ormai certa a vicesindaco, poi però smentita dalle attese e da fatti non proprio noti all’opinione pubblica.

“Era tutto vero – protesta Tundo ai nostri microfoni – Io ero vicesindaco. Ventrella è un bugiardo! Vi racconto come sono andate le cose.”

TURI, 30 GIUGNO 2010 – “Il 30 giugno – racconta Tundo – siamo stati convocati al partito con tutto il gruppo consiliare. In quella circostanza, Franco D’Addabbo ha parlato delle sue dimissioni dalla carica di vicesindaco e assessore, per dare impulso e stabilità nel completamento del mandato, per dare più coesione e serenità al gruppo. Poi l’hanno seguito Tateo e Cazzetta. In quella occasione abbiamo preso delle decisioni, anche perché la gente ha grosse difficoltà, penso alla viabilità, alla necessità di approvare un piano urbanistico nel più breve tempo possibile. Bisogna sbrigare la faccenda delle deleghe. Siccome nella fase iniziale del mandato sono stato l’uomo più suffragato, ho fatto notare con molta umiltà che quel ruolo di vicesindaco spettasse a me, visto che all’inizio mi era stato pure negato. Ben undici del gruppo consiliare e del partito hanno firmato e hanno condiviso il mio messaggio. Ben undici firme che stavano per essere portate dal sindaco, il quale avrebbe subito provveduto a dare i nuovi incarichi: Tateo e Cazzetta come assessori, Tundo come vicesindaco. Hanno firmato tutti. Erano tutti d’accordo sul mio incarico di vicesindaco. Poi qualcuno, il giorno dopo, è venuto meno agli accordi e si è rimangiato quella firma. Senza che io ne sapessi nulla.”.

Insomma, la solita storia degli accordi che si rompono. L’ennesima puntata della telenovela. Cosa è successo? Chi è venuto meno all’accordo?

“Il giorno dopo, in giunta, D’Autilia ha chiesto di ridiscutere sulla scelta del vicesindaco. Nel frattempo è passata più di una settimana. Poi anche la De Florio si è rimangiata la firma e ci ha ripensato. Diceva di avere delle perplessità nel merito. Non era più convinta di quello che aveva fatto la sera del 30 giugno. Poi ha mandato una comunicazione al sindaco esprimendo il suo desiderio che D’Addabbo restasse vicesindaco. Oltre alla firma, si sono rimangiati quella volontà di D’Addabbo di restituire stabilità e coesione per continuare a governare, e farlo il prima possibile. Sono sbalordito, non so che termini usare. Tutta questa vicenda rivela un atteggiamento della politica vecchio stile. Ora voglio dire la verità, sono stanco. Fino ad ora so che sono in pochi a decidere: D’Addabbo, D’Autilia, il sindaco. Fino ad ora, di quello che il Pdl ha fatto – l’ingresso di Palasciano, la questione di D’Autilia che perde tempo e ci ripensa nonostante gli accordi presi il 30 giugno – io sono stato all’oscuro totale di tutto.”

 

‘ALLA FINE DECIDONO SOLTANTO ALCUNI’ – Tundo riapre la vecchia questione sul ruolo nel direttivo provinciale del Pdl dopo l’appuntamento con le regionali. Un incarico nel direttivo che evidentemente, gli era stato promesso.

“Volevo entrare nel direttivo provinciale per dare il mio supporto, portare la mia esperienza al servizio del partito, il mio modo di fare politica diversa, che coinvolge tutti e dove tutti decidono, senza che nessuno rimanga all’oscuro di tutto. Ci tenevo tantissimo a quel ruolo nel direttivo provinciale, non alla poltrona, e invece ho dovuto prendere atto della situazione a fatti compiuti. Era il mio desiderio. Anche in questo caso, le scelte vengono fatte solo dopo che qualcuno ha deciso altrove e prima. Alla fine decidono soltanto alcuni. A me non va di essere trattato così! Sono un uomo rappresentativo di un vasto elettorato. Io al Pdl, e a un modo diverso di intendere il partito, ci tengo. Il partito, in fondo, me lo posso anche costruire da solo, e non ho bisogno di consigli da nessuno.“

‘VENTRELLA BUGIARDO’ – Ce n’è pure per Natalino Ventrella. “Ha detto cose non vere – sbotta – perché Paolo Tundo era in realtà il vicesindaco, con la firma di tutto il partito del Pdl, insieme a Michele Boccardi. La realtà è questa.”

Alla domanda su possibili ingressi di Natalino Ventrella in giunta o in maggioranza, Tundo risponde andando a a ritroso nel tempo: “Natalino Ventrella, in passato, è stato con me in Forza Italia. Lui ha qualcosa nei miei riguardi. Reagisce inventando cose non vere, raccontando bugie. Di questo suo comportamento mi dispiace tantissimo. Io so che lui è in minoranza ma vota in favore della maggioranza. In tantissime occasioni ha dimostrato come lui fosse all’interno del Pdl.”

Ma il sindaco lo voleva come assessore o no?

“Nella vostra videointervista, Ventrella ha detto cose delle quali io, ancora una volta, all’interno del Pdl ero al buio totale, perché tanto decidono sempre in pochi. Io sento le cose a presa d’atto, come è accaduto dopo gli accordi e le firme del 30 giugno. Se Natalino Ventrella doveva davvero fare l’assessore o entrare nel Pdl, io di questo ne ero al buio totale. Se qualcuno nel Pdl lo vuole, io sono al buio totale.”

E se dovessero saltare definitivamente gli accordi? Nel caso lei non dovesse più ottenere l’incarico di vicesindaco, cosa farebbe a quel punto?

“Non credo che accada. Altrimenti si sgretolerebbe la maggioranza; penso che il sindaco non lo farebbe mai. Comunque ripeto, sono rimasto sbalordito perché le cose escono a galla solo dopo che in pochi hanno deciso. Per questo volevo portare all’interno del direttivo un nuovo modo di intendere la politica, partecipata e condivisa, e non dove alla fine decidono soltanto in pochi. Comunque non sono un uomo che ricatta, non farei mai la parte di chi butta giù l’amministrazione perché non ottiene la poltrona, facendo un danno alla società. I miei principi e la mia cultura politica sono sani, e si ispirano a Dell’Andro. Lavorare per il bene, inchinarsi per la società e farla crescere, senza ricattare poltrone.”

‘INCOSCIENZA DEL POTERE’ – “Questa è la mia cultura – prosegue Tundo – Ma per questo, qualcuno pensa che Tundo sia buono e fesso, da prendere come si vuole. Combatterò di fronte all’incoscienza del potere. Il problema è che queste cose le ho subìte io. E’ come una specie di repressione psicologica. Troppo spesso sono andato via a denti stretti, ho digerirto bocconi amari. Mi inchino sempre al servizio degli altri, facendo anche lo schiavo, e lo faccio volentieri per i valori e i principi sani in cui credo. Qualcuno invece, mi ha preso per uno buono e stupido. Non vedo l’ora che alle prossime comunali si voti col nuovo sistema elettorale, con cinque candidati in meno e solo tre, quattro assessori. Solo chi prende più voti farà l’assessore. Così finiscono tutti questi giochi di potere. E non intendo solo nella nostra amministrazione.”

IMPRESSIONI DI SETTEMBRE – “Ripeto, non sono il tipo che butterà giù l’amministrazione per non aver avuto l’incarico di vicesindaco, ma…” – conclude Paolo Tundo – “se poi la situazione sarà insostenibile e l’incoscienza avanza, beh… settembre può essere anche una data di cambiamento. Capito cosa intendo dire?”

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