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EFFETTI NEGATIVI DI UN AVANZO DI AMMINISTRAZIONE

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Nell’Ente locale, l’avanzo di amministrazione si determina nel momento in cui le entrate non vengono totalmente convertite in spese nello stesso anno, con una eccedenza, quindi, delle prime sulle seconde.

E’ fisiologica questa differenza se contenuta in poche migliaia di euro. Diversamente, è una situazione che produce duplici effetti negativi, poiché l’avanzo di amministrazione verrà impegnato in spese con almeno due anni di ritardo: il primo è quello successivo a quello di riferimento durante il quale comunque deve essere riconosciuto e deliberato dal consiglio comunale (es. nei prossimi giorni di luglio sarà accertato e deliberato l’avanzo di amministrazione dell’anno 2009). Il secondo o gli altri a seguire, a seconda della “tempistica” dell’amministrazione che deve “pensare” e decidere l’opera pubblica da realizzare (es. bitumazione di alcune strade cittadine, apposizione di cordoli in altre), deve far realizzare il progetto che successivamente deve approvare, deve essere emesso il bando di gara e, se non ci saranno ricorsi, finalmente si procederà alla sua realizzazione. Nella fattispecie del nostro Comune, con un’Amministrazione che decide con la stessa velocità con cui camminano gli elefanti, con un ufficio tecnico oggettivamente sottodimensionato rispetto agli impegni a cui è chiamato (fra tutti, l’attuazione ed i controlli da effettuare circa il progetto delle “acque meteoriche”, sistemazione di altre strade interne all’abitato, progettazioni varie), i 318.000 euro di avanzo di amministrazione del 2009, se saranno destinati, come si spera, alla sistemazione delle infrastrutture dell’abitato, non si convertiranno in opera pubblica prima della fine del 2011.

Si comprende, quindi, che non spendere per tempo le somme a disposizione, oltre ad ingenerare il fondato dubbio se sia più giusto far gestire i soldi dei cittadini agli amministratori o ai cittadini stessi mediante una minore tassazione, produce certamente un grave ritardo nella soddisfazione dei bisogni della collettività con sicuro pregiudizio, tra l’altro, della fiducia dei cittadini nelle Istituzioni. Altro che non ci sono soldi. Ma a questa favola, ormai, non ci crede più nessuno.

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