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IL PIP E LA SPERANZA DEI GIOVANI

PIP

Sono trascorsi circa 40 mesi da quel lontano marzo 2007 quando 24 imprese comunicarono al Comune la volontà di insediarsi nel realizzando PIP mediante l’occupazione, con proprie strutture produttive, di 16 dei 18 ettari disponibili.

La volontà degli amministratori dell’epoca era quella di dotare il nostro Comune di un’area per le attività produttive seguendo la procedura del “ PIP pubblico”. Per questo fu richiesto un finanziamento a fondo perduto al PIT della Murgia di circa 1 milione di euro, e da questo accordato per avviare le urbanizzazioni all’interno dell’area PIP il cui progetto era stato approvato dalla Regione Puglia nell’aprile del 2005. In un momento successivo, si pensava di poter attingere ad ulteriori finanziamenti, tramite i POR 2007 – 2013, che permettessero di realizzare le urbanizzazioni, di fatto, a carico di soggetti pubblici diversi dal nostro Comune.

Il cambio dell’Amministrazione determinò una modifica a 360 gradi dell’indirizzo politico da dare alla realizzazione dell’ area per gli insediamenti produttivi: dal PIP “pubblico” si passò al PIP “privato” mediante la procedura del “project financing”. Questa variazione di percorso fu ufficializzata in una riunione dei Comuni aderenti al PIT della Murgia a Santeramo durante la quale l’assessore rappresentante il nostro Comune comunicò che non era più di interesse della nostra Città ricevere quel finanziamento ( ripeto a fondo perduto ) di circa 2 miliardi delle vecchie lire perché era cambiata la prospettiva politica della realizzazione dell’area. Quel finanziamento, conseguentemente, fu  accordato ad altri Comuni del territorio murgiano.

E’ di appena qualche settimana fa la notizia dell’inammissibilità della richiesta di finanziamento presentata dal nostro Comune alla Regione Puglia nell’ottobre scorso.

Da quanto precede si comprende come tutte le opportunità di finanziamento pubbliche nel tempo siano state vanificate per una chiara e ferma volontà (fino all’autolesionismo) di cambiare strategia “politica”, ripeto da PIP pubblico a PIP privato.

Stando così le cose, l’unica chance che ci rimane è sperare che al bando per il project financing partecipi almeno una impresa interessata ad investire circa 62 milioni di euro per il PIP a Turi (con un sistema infrastrutturale ad “imbuto”, si pensi alla Turi-Casamassima e alla Turi-Sammichele ed una crisi economica generale da far tremare i polsi).

Ma ci sarà questa impresa? Speriamo di si. E se non ci fosse? Allora si che si sarebbe consumato il più tragico tradimento delle aspettative dei nostri giovani (occupazione e reddito) immolate sull’altare su di una “volontà politica” (PIP privato) delle cui conseguenze gli autori dovrebbero pure dar conto a tutta la cittadinanza. Anche perché, a quel punto, le probabilità che a Turi si possa realizzare un’area per gli insediamenti produttivi sarebbe pari a zero.

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