AGRICOLTORI TURESI FANNO MEA CULPA
Riceviamo e pubblichiamo una lettera ricevuta da un gruppo di Agricoltori turesi.
In queste giornate, tempo permettendo, più o meno tutto il paese è impegnato nella raccolta delle ciliegie. Contemporaneamente non si ferma l’irrorazione delle campagne, soprattutto vigneti, con prodotti di vario genere.
Nell’articolo del 5 giugno “Pesticidi in agricoltura, rischi per la salute pubblica”, si evidenzia il fatto che la campagna ormai è diventato un posto sconveniente dove portare bambini a passeggio o fare footing per l’assidua presenza di operai impegnati nell’utilizzo di fitofarmaci.
Oltre ai passanti, però, anche gli stessi agricoltori sono molto danneggiati dall’utilizzo di questi prodotti, per non parlare di chi abita nelle vicinanze di ciliegeti e vigneti. Molto spesso le persone impegnate nella raccolta vengono investite da nubi di veleno, che soprattutto in presenza di vento, si spostano percorrendo grandi distanze.
Questo è stato molto evidente a ridosso delle giornate di pioggia di questo mese, quando era presente molto vento, e i proprietari dei vigneti turesi si affrettavano a fare trattamenti con fitofarmaci per prevenire peronospora e muffa.
Molti operai impegnati nella raccolta delle ciliege a ridosso dei vigneti, hanno respirato veleno più o meno consapevolmente pur di non perdere una giornata lavorativa.
Nel corso degli ultimi anni è stato vietato l’ utilizzo di prodotti fitofarmaci considerati molto pericolosi come dormex (anticipo) e dimetoato (trattamento per la mosca). Prodotti che molto spesso sono stati rilasciati nell’ambiente in presenza, nelle vicinanze, di altre persone sprovviste di alcuna protezione.
Il trattorista è sempre giustamente protetto da tuta e mascherina durante il suo lavoro, ma gli operai dei terreni limitrofi no.
Almeno nel periodo di raccolta delle ciliege dovrebbe essere impedita l’irrorazione di qualunque tipo di prodotto, relegando i trattamenti fitofarmaci alle ore notturne.
A causa dell’assenza della luce, i prodotti rilasciati di notte hanno resa migliore, e soprattutto in questo modo si tutela la salute degli altri agricoltori.
Quando possibile, sarebbe conveniente utilizzare prodotti complementari che non siano tossici o nocivi per l’ uomo.
Un’altra soluzione sarebbe quella di promuovere l’uso di mascherine anche durante la raccolta; questo però non protegge del tutto da veleni capaci di entrare nell’organismo anche dalla pelle.
Il tasso di incidenza tumorale nel nostro paese è alto e attribuibile alla più importante fonte di inquinamento presente nel territorio: i trattamenti delle nostre campagne.
E’ inutile ignorare l’evidenza.
Sarebbe ora di cominciare a prendersi le proprie responsabilità e tutelare la salute dei cittadini, iniziando dalle cose basilari.
Si gradiscono opinioni, commenti e suggerimenti, augurandoci che queste non siano parole al vento, e da qualche parte si cominci ad agire.