Tanto tuonò che piovve. Tanto piovve che le ciliegie bigarreau moreau si sono spaccate tutte. Quasi tutte, fino alla penultima compresa. Venti ore di pioggia caduta ininterrottamente hanno devastato un prodotto che era in piena fase di maturazione con dei prezzi ormai stabilizzati intorno ai 3 euro. Che danno!
E, dopo il danno, la beffa: vento e sole. Ne approfittiamo per farci un giro nella campagna turese, parliamo con agricoltori sconfortati e con alcuni addetti ai lavori, dei quali raccogliamo alcuni concetti significativi. Il presidente dell’Ortofrutticola, Franco Colaprico: “Questa è l’agricoltura. E, in questi momenti, si capisce perché i nostri genitori ci dicevano di lasciare stare la campagna e di puntare ad un lavoro ‘sicuro’”. Gli fa eco un produttore: “Oltre a tanto lavoro, la campagna ci fa soffrire, ci crea ansia, paura. E non va mai come dovrebbe andare”. E un altro: “Mi sembra di stare in guerra, non basta fare bene tutti i lavori, combattiamo su diversi fronti, contro nemici invincibili”. Infine, una frase colorita di un anziano produttore: “Che ti devo dire, i terreni glieli do ai miei figli perché mi sono rotto… E io me stòche alla spàsse, ca yè mègghie”.
Ma vediamo, secondo i primi accertamenti, lo stato delle varie qualità di ciliegie. Le ‘bigarreau moreau’ hanno subìto il cosiddetto craching, ovvero lo spacco o più di uno spacco “certamente dovuto – ci dice l’agronomo Donato Giuliani – oltre alla spropositata quantità di pioggia caduta per oltre venti ore di seguito, anche e soprattutto dall’abbassamento della colonnina della temperatura che ha segnato 8 gradi. Questo freddo eccessivo ha fatto aumentare i danni”.
Danni che sono quasi del 100% per le ‘bigarò’, sono ingenti per le ‘giorgia’ per le quali si parla di non meno del 30% di ‘spaccate’. Le ‘forlì’ hanno subito un danno irrisorio ma il loro uso industriale fa sì che sia irrilevante anche il prezzo, sperando che si riesca almeno a pagare la giornata di un operaio.
Infine, soffermiamoci sulle Ferrovie che, grazie alla loro ritardata maturazione, sono state risparmiate da grossi danni. Naturalmente le percentuali delle ciliegie rotte sono diverse (da 5 a 10, a 15 %) a seconda del luogo e quindi del grado di maturazione, ma non resta che la Ferrovia come unica e ultima ciliegia a cui aggrapparsi per risollevare l’andamento di un’annata che rischia, senza l’aiuto dell’”oro rosso”, di essere fallimentare.
Ultime considerazioni. Capitolo calamità e assicurazione. Secondo ciò che ci ha riferito il presidente della Coldiretti, Vincenzo Petruzzi, la calamità più si andrà avanti con gli anni e più sarà applicata solo per i casi molto gravi. “Quindi – consiglia Petruzzi – dobbiamo puntare sulle assicurazioni che possono essere l’unico modo per salvarsi da una annata molto negativa come ci sono state e ce ne saranno negli anni che verranno.”
Pensierino finale. Ci chiediamo (e ci piacerebbe sapere come la pensino i nostri lettori) in un’annata così malmessa con danni incalcolabili, con tutte le qualità di ciliegie più o meno rovinate, che senso possa avere una sagra della ciliegia Ferrovia. Sagra è anche sinonimo di festa. Ditemi, cosa ci sia da festeggiare quest’anno. Grazie.