20 ANNI FA ‘PARTIVANO’ I POZZI DELLA REGIONE
A giorni i pozzi artesiani gestiti dalla Regione Puglia dovrebbero iniziare a funzionare. Quest’anno ci sono delle grosse novità riguardanti soprattutto gli addetti all’irrigazione, ma ne riparleremo appena i pozzi andranno in funzione e appena sarà assunto il personale. Ben 25 anni fa, il 6 maggio del 1985, la Regione Puglia assumeva un impegno di spesa di 200 milioni di lire per finanziare il progetto di costruzione di 10 pozzi in agro di Turi. Per cinque anni non successe niente, fu avvolto tutto in un assurdo silenzio e non si mosse una foglia. Ma, ‘grazie’ alla siccità devastante dell’annata 1989/90 che fece scomparire decine di ettari di ciliegi, il 25 aprile del 1990 furono attivati, dei dieci previsti, solamente (ma meglio di niente) quattro pozzi artesiani: A) pozzo numero 2 di contrada Albero d’oro, B) pozzo num. 4 contrada Valentini di via Sammichele, C) pozzo num. 8 contrada Matinelle e D) pozzo num. 10 contrada la Ninna. La cerimonia di inaugurazione avvenne in località Matinelle presso la masseria D’Aprile in via Noci alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Michele Bellomo e del presidente della Provincia Giovanni Copertino. A questi quattro pozzi fu aggiunto, i primi di agosto, il quinto pozzo: il num. 9 contrada Zingarelli di via Putignano.
Turi visse un’estate di polemiche, gli agricoltori rimproveravano all’assessore all’agricoltura, Vito Ambrogio Orlando, la scelta di far partire alcuni pozzi a scapito di altri, il motivo per cui la rete di distribuzione si fosse sviluppata non in forma concentrica ma in forme geometriche assurde, fino alle prenotazioni che non venivano rispettate. Con l’assessore Orlando che passò un’estate rovente a difendersi dalle accuse degli agricoltori, spiegando fra l’altro che la scelta per l’attivazione di quei cinque pozzi non era stata fatta per clientelismo o parentela o amicizia. Insomma, estate siccitosa e rovente sotto ogni punto di vista. Torneremo sull’argomento.