RAFFREDDORI E FEBBRI DOPO LA PROVA DI EVACUAZIONE
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un genirore di una bambina frequentante la Scuola Primaria di Primo Grado di Turi.
Nei giorni 3 e 4 Marzo 2010 e’ stato messo in atto il progetto di evacuazione della Scuola Elementare “P. De Donato Giannini” di Turi.
Le esercitazioni consistevano nell’attuare le normali procedure di evacuazione previste dal piano di emergenza della scuola (che viene testato dalle singole scuole almeno 2 volte l’anno) in caso di incendio o terremoto prevedendo l’intervento reale dei soccorritori e l’attuazione delle procedure di soccorso, in modo da far capire ai ragazzi che la loro attività di auto protezione si sposa con l’intervento dei soccorritori che potranno operare bene quanto più correttamente riescono le operazioni di evacuazione.
La simulazione ha previsto la segnalazione dell’evento con il regolamentare segnale di allarme e di evacuazione dato con la sirena; operazioni spettacolari che colpiscono molto i ragazzi, ma anche gli insegnanti, ricordando che con la sicurezza non si scherza; anche i ragazzi più scherzosi o burloni quando vedono quali potrebbero essere le conseguenze di comportamenti scorretti cambiano subito atteggiamento. Quindi non spaventare ma richiamare tutti alla responsabilità delle proprie azioni, azioni semplici che possono essere messe in pratica anche dai ragazzi più piccoli per la formazione di una cultura dell’auto protezione e della protezione civile.
Fin qui tutto bene eccetto il fatto che il dirigente della scuola ha dato il via a questo progetto in un periodo poco consono: in pieno inverno.
Normalmente in molte scuole dei comuni limitrofi, in caso di pioggia, molto freddo, o maltempo, la prova viene rinviata, oppure vengono svolte in stagione più calda, in piena primavera.
Dopo che i bambini sono stati preparati in classe, specie su come organizzarsi per il piano di evacuazione, si è dato il via al progetto in una giornata fredda e ventosa.
Però c’e’ stata una negligenza da parte degli organizzatori, cioè almeno prima che scoccasse l’ora “x”: potevano dare la possibilità ai bambini di coprirsi adeguatamente, visto che comunque si trattava di un semplice progetto educativo, e non un terremoto in atto.
Da questa esperienza molti bambini hanno riempito gli ambulatori pediatrici i giorni successivi, in quanto presentavano varie tipologie di raffreddamento accompagnate da febbre alta procuratesi principalmente dallo sbalzo termico che hanno dovuto subire.
Effettivamente, come ben tutti sappiamo, le classi sono riscaldate attraverso termosifoni (a volte iperiscaldate per mal funzionamento delle caldaie), di conseguenza l’ambiente sottoposto a fonti di calore non è consono con le temperature fredde o gelide esterne di questi periodi, che hanno inevitabilmente procurato questi malanni. Ma la cosa più assurda è stata che i bambini sono usciti fuori senza indossare alcun giubbotto e capellino.
Stamane ascoltavo la lamentela di un genitore che mi informava che suo figlio dopo un lungo periodo di malattia per una forma bronco polmonare, aveva ripreso da pochi giorni la scuola, e dopo essere stato esposto a quella giornata fredda, si è nuovamente ammalato causando una ricaduta della malattia. Molto probabilmente di casi come questo o meno gravi la scuola elementare P. De Donato Giannini in questo periodo ne e’ piena. Allorachiedo agli organi di competenza, in particolare al dirigente scolastico, se non fosse il caso di stare più attenti alla salute dei bambini, i nostri figli?