2 MARZO 1980, TURI FESTEGGIA SANDRO PERTINI
Dicevamo del 2 marzo di trenta anni fa. Il presidente, salito nella sala consiliare affollatissima, ascoltò il discorso di un emozionatissimo sindaco Vitino Susca e tenne un breve discorso che il telegiornale di Rai 1 mandò in onda e noi ne riportiamo fedelmente un passo significativo: “A Turi non posso tacere, devo vincere un’ultima commozione. Ricordo e devo dirlo, torna ad onore della cittadina di Turi, che quando scesi qui, accompagnato dai carabinieri, vidi donne, uomini, ragazzi che mi esprimevano la loro umana solidarietà. I turesi sono stati sempre vicini ai detenuti politici. Devo anche ricordare con grande piacere un tipo molto buono e molto umano con me: il dottor Giuseppe Resta. Non so se vive ancora, se non lo è, portate sulla sua tomba un fiore per me.”
Quindi ricordò Antonio Gramsci: “Anche se tra socialisti e comunisti non correva buon sangue, Gramsci si affezionò a me e io a lui. Ci incontravamo al passeggio. Viveva solo in una cella. Aveva penna e calamaio, carta, un tavolo e tutti i libri che voleva. Quando Gramsci morì, io ero confinato a Pianosa. Quella notte nascosi la testa sotto il cuscino e piansi.” Si soffermò quindi sulla grande amicizia che si era venuta a creare fra lui e Papa Giovanni Paolo 2°. Quindi dal Comune si spostò a piedi nella Casa penale dove, nella cella di Gramsci, volle essere lasciato solo. Dicono che, seduto ai piedi del letto, pianse. Dopo la visita al carcere e un altro bagno di folla osannante, la ripartenza.
Noi che lo abbiamo seguito nel suo percorso, ci sentiamo fortunati ad avere un grande ricordo di Sandro Pertini presidente dell’Italia per un settennato definito da Cossiga “eccezionale ed irripetibile”.
(La foto in home page non rappresenta un momento della venuta a Turi del Presidente)