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NUOVO CARCERE, IL SINDACO SCRIVE AD ALFANO

carcere

Con nota del 9 febbraio 2010 indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi, al Ministro della Giustizia On. Angelino Alfano, al Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Dott. Franco Ionta, al Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della PUGLIA e al Direttore della Casa di reclusione di Turi, il Sindaco del Comune di Turi Dott. Vincenzo Gigantelli ha avanzato la Proposta di realizzazione del nuovo Carcere di Turi ai sensi della legge 23 dicembre 2009 n. 191 e del DPCM 13 gennaio 2010 “Dichiarazione dello stato di emergenza conseguente all’eccessivo affollamento degli Istituti Penitenziari presenti sul territorio nazionale”.


Ecco il testo integrale:

“Come noto, nel Comune di Turi è presente l’istituzione carcere, peruna sorta di determinazione storica imposta da esigenze del tempo e di cui si conserva ancora viva la memoria in ricordo della detenzione di Gramsci e di Pertini.

Si ritiene di poter affermare con orgoglio che la popolazione turese ha sempre accettato la presenza di una tale istituzione nella consapevolezza della sua utilità in un sistema istituzionale improntato alla legalità, al rispetto delle regole ed, al contempo, alla pari dignità di tutti gli uomini indifferentemente.

Tale consapevolezza ha indotto l’Amministrazione a valorizzare ulteriormente l’istituzione con la previsione di strutture che hanno l’obiettivo di integrare le politiche nazionali di tutela e garanzia della popolazione carceraria.

Difatti, il Coordinamento Istituzionale dell’Ambito Sociale di Gioia del Colle cui il nostro Comune aderisce, ha fatto proprie le nostre determinazioni inserendo nel piano degli investimenti delle infrastrutture, a corredo del Piano Sociale di Zona 2010-2012, una proposta progettuale volta alla realizzazione di una Struttura Sociale destinata ad ospitare detenuti che godono di particolari benefici di legge alternativi alla detenzione.

L’istituto penitenziario fu concepito all’interno di un antico convento, dapprima come istituto penale per minorati fisici e psichici, successivamente, con la riforma penitenziaria del 1975, l’istituto penitenziario di Turi divenne Casa di Reclusione.

La scelta allocativa di trasformare il convento degli Scolopi di Turi in “prigione”, così come peraltro avvenne in tante altre parti dello Stato con l’Unità d’Italia,fu una scelta che per le esigenze normative, di organizzazione e di consistenza dei bisogni di allora poteva rappresentare una “risposta istituzionale” alle necessità di contenimento della devianza e di esecuzione delle pene.

Con la legge di riforma penitenziaria (L. n° 354/75 e successivi aggiornamenti) sono stati codificati principi volti al recupero ed alla rieducazione del condannato in considerazione dei quali hanno assunto ampia importanza anche altri elementi di trattamento, quali: l’istruzione, il lavoro e la formazione professionale, la religione,le attività culturali-ricreative-sportive, l’agevolazione di contatti con il mondo esterno ed i rapporti con la famiglia, nonché l’allestimento di servizi che l’Ordinamento Penitenziario prevede.

In particolare il DPR 230 del 30 giugno 2000, regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario, specifica i requisiti minimi necessari per un’adeguata struttura penitenziaria, quali:un’adeguatailluminazione dei locali, la previsione di docce in ogni cella,i locali per le confezioni e la somministrazione del vitto ecc., requisiti questi che in una struttura ex conventuale non possono essere realizzati in ragione della natura stessa dell’edificio, se non sostenendo elevatissimi costi di adeguamento strutturale.

Il modello organizzativo imposto dalla struttura conventuale, tipica del carcere di Turi, suscita non poche perplessità in ordine alla sua adeguatezza ed alla possibilità di soddisfare le sopra descritte esigenze.

Il carcere di Turi, al pari delle altre case di reclusio ne, soffre inoltre di una situazione di sovrappopolamento che determina gravi criticità riguardo al rischio per la salute e l’incolumità dei soggetti detenuti e degli operatori carcerari.

Già nel 1764, Cesare Beccaria nella conclusione dell’opera “Dei delitti e delle pene” notava: “perché ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a delitti, dettata dalle leggi”.

Proprio le “leggi”, oltre che il buon senso, impongono a Turi la realizzazione di una nuova infrastruttura carceraria che consenta la piena attuazione degli istituti giuridici sopra richiamati secondo un modello organizzativo,modalità e condizioni per la detenzione che siano efficaci non solo sul piano della mera esecuzione della pena, ma soprattutto perle finalità di prevenzione primaria (evitare la recidiva) e di prevenzione generale che le leggi assegnano agli Istituti.

Del pari imprescindibile, risulta essere l’esigenza di assicurare, (e ciò è possibile solo in strutture progettate ex novo), la tutela della salute e la sicurezza delle condizioni di vita dei detenuti, substrato necessario alla funzione rieducativa della pena.

carcere-turi-cellaIn funzione degli scopi indicati, con la presente, in qualità di Sindaco del Comune di Turi, intendo sottoporre alle SS. LL. la proposta di realizzazionedi una nuova infrastruttura carceraria nel territorio del nostro Comune, in applicazione delle procedure straordinarie previste dal DPCM 13 gennaio 2010, facendo ricorso alle somme stanziate con la legge finanziaria 2010, art. 1comma 219.

La proposta che di seguito si espone è quella di realizzareuna nuova casa di reclusione in cui prevedere lo spostamento della popolazione carceraria attualmente presente nel vecchio convento che sia progettata in conformità e nel rispetto delle politiche messe in campo dal Governo Nazionale con la suddetta recente decretazione d’urgenza.

L’area che potrebbe essere idonea allo scopo, denominata “Ex polveriera” è ubicata nel territorio di questo Comune di Turi come meglio specificata al foglio n. 52 – pt.319di mq. 32962-pt 329 di mq 3180 – pt n.16 di mq 1365 – pt 330 di mq 13923 – pt 331 dimq 52897 diproprietà demaniale e con destinazione d’uso a zona agricola del vigente pdf. L’intera areasi estende per una superficie complessiva pari a 104.327 mq ed è priva di vincoli (faunistici, ambientali, idrogeologici, ecc.), mentre l’attuale struttura carceraria occupa una superficie di soli8.000 mq.

L’area indicata per localizzare il nuovo carcere di Turi si colloca a circa 5 Km dall’abitato, tra Turi e Sammichele di Bari, a soli 10 Km dal casello autostradale di Acquaviva delle Fonti, a 4,5 KM dalla S.S. 100 Bari – Taranto, a 47 Km. dall’aeroporto di Bari-Palese, in un territorio circondato da estensioni agricole, che potrebbero garantire la realizzazione di una struttura moderna e polifunzionale orientata alle collaborazioni lavorative nel settore agricolo.

Nella certezza che la soluzione prospettata sarà oggetto dei necessari approfondimenti, si dichiara la totale disponibilità dell’Amministrazione Comunale di Turi a svolgere il proprio ruolo per quanto necessario all’attuazione dell’intervento. “

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