SCAVAMILANIMA DI ROBERTA CALO’
“Candida dolcezza
romantico entusiasmo
l’invisibile carezza
dei tuoi occhi sulle mie guance
In un minuto si perdono le ore
poi nel cielo un fugace squarcio
si schiude un timido abbraccio
tra le tue corroboranti parole
Noi due angeli in volo
il caldo sangue nelle vene
come sogno nella notte
nasce e fugge il tempo insieme”
Giovane poetessa che ha come curriculum l’intensità della vita in tutte le sue mille sfaccettature, Roberta Calò ha esordito nel mondo letterario con “Scavamilanima”, edito nel 2009 da Laterza Giuseppe Edizioni.
Si tratta di un libro che va al di là delle apparenze, che scava in tutto quello che viene sottaciuto dell’animo femminile, con l’eleganza sensuale del vedo e non vedo e la potenza evocativa del verso che lascia al lettore l’accattivante, soggettivo, immaginifico viaggio nel mondo delle emozioni.
Il successo dell’opera è proprio nella schiettezza con cui si consegna al verso la profondità, mai volgare di una carezza, del sogno di una notte, dove “goccia a goccia”, gli amanti si incontrano, dolcemente, nell’”abbraccio di un onda”.
Di che parla il suo libro?
“Le mie poesie profumano di amore, di passione, di malinconia, di dolcezza. Cercano di carpire la vera essenza di quei fugaci istanti emotivi che ti cambiano la vita, sia a livello fisico che a livello sentimentale. Il titolo stesso “Scavamilanima” nasce dall’incontro tra due dimensioni, quella fisica e quella psicologica, che culmina con l’emozione di cercare e vivere esperienze, sussulti, piaceri, timori, ardori che rapiscono i nostri sensi e li travolgono. S’incendiano dunque gli occhi, la carne, il cuore e le parole che divampano come un incendio fino a risucchiare il lettore in un turbinio di versi che vanno letti tutto d’un fiato. “
Da quanto tempo scrive?
Qual è il suo curriculum, da dove nasce la sua passione per la scrittura, la sua ispirazione?
“Scrivo da sempre. Sono solita dire che forse ho imparato a scrivere prima di imparare a parlare.
Credo che l’arte in genere nasca dal bisogno di esprimersi; io ho trovato nella scrittura il modo migliore per studiare, cercare, manifestare, vivere me stessa, attraverso un intimo viaggio tra i miei pensieri, le mie stagioni, il mio rapporto con gli altri.”
Ha in cantiere altre esperienze letterarie?
“In realtà la scrittura è una forma espressiva che mi accompagna quotidianamente; scrivo sempre perché per me è una necessità, una passione. Probabilmente in futuro potrebbe nascere dell’altro. Per ora mi godo il mio primo, se pur piccolo, successo.”
Da dove deriva l’aspetto lacerato e lacerante dei suoi versi, citato da buona parte della critica?
Ci sono elementi autobiografici, o semplicemente l’osservazione e l’ascolto delle esperienze umane?
“Le forti emozioni scuotono l’animo umano che si nutre di sussulti e vibrazioni. E così, dinanzi al rincorrersi di ore arse dalla voglia di essere godute fino in fondo, tanto nella loro carnalità e dolcezza, quanto nella loro apparentemente inconsolabile disperazione, ciascuno di noi si sente davvero vivo, solo se ha sentito palpitare e fremere nel bene o nel male il proprio cuore. La soddisfazione di una curiosità caduca se pur legittima nella sua natura di voler svelare il carattere autobiografico o in alternativa analitico dell’opera, svenerebbe quello che è l’obiettivo dei versi: accogliere in sé gli sguardi e i sentimenti di quanti, perdendosi in ogni singola parola, potrebbero ritrovare una parte di sé e della propria vita. La vera bellezza della scrittura, e dell’arte in genere, è, per me, che ognuno di noi possa sentirsi libero di leggere e interpretare le opere svincolandosi da parametri e da punti di vista esterni al proprio pensiero. Ciascuno di noi deve poter vedere in quelle parole tutto quello che vuole. “
Lino Patruno ha definito i suoi versi oscillanti tra ” torrido erotismo e ingenuo candore”, si rivede?