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PRESIDIO DEL LIBRO: SHEMÀ, PER RICORDARE

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Nella settimana che celebra il ricordo delle vittime della Shoah, il Presidio del Libro di Turi, nel pomeriggio del 29 gennaio, presso il Centro Culturale Polivalente, con la compagnia “Il carro dei comici”, ha presentato Shemà (ascolta!).

CIMG2992Attraverso la testimonianza ripresa dalle pagine più significative di Anna Frank e Primo Levi, un intreccio di parole e musica ha offerto l’emozione che sempre accompagna la rievocazione di questo tragico episodio del nostro passato.

Con la regia e la voce di Francesco Tammacco, che ha interpretato passi tratti da “Se questo è un uomo” e l’emozionante Rosa Tarantino, nelle vesti della giovane tredicenne Anna Frank, sono stati riportati alla memoria dei presenti le paure, gli orrori, i batticuori, le sofferenze, le angosce di coloro che, tra il ‘42 e il ‘45, hanno scritto le pagine della nostra storia.

A far crescere questo stato d’animo, la musica offerta da Vincenzo Mastropirro (flauto), Gianluigi Caldarola (clarinetto), Giuseppe Volpe (fisarmonica), Pantaleo Annese (voce e chitarra) e Matilde Bonaccia (voce narrante).

“Ricordare, ricordare e ricordare – così apre Alina LarucciaCIMG2995, presidente del presidio del libro di Turi. – L’antidoto contro l’odio, l’indifferenza e l’intolleranza penso che consista nella cultura, nella musica, nel canto e nella lettura”.

Un intreccio di frammenti della vita di due persone che, estranee tra loro, sono state avvicinate dalle pagine della storia contemporanea perché portatori della stessa, tragica, esperienza. Alle ansie per l’inizio della cattura degli ebrei, alle speranze e false illusioni di una fine presto vicina, hanno lasciato a noi posteri un ricordo di quanto, mai, nessuno, è tenuto a dimenticare. Anna, che confida alle pagine del suo diario, la sopravvivenza nel piccolo nascondiglio e le gioie nel pensiero di poter tornare sui banchi di scuola e Primo, che affida alla sua memoria e alla sua penna, i trattamenti subiti nel lager nazista di Auschwitz. Calpestata ogni dignità umana, felici di non essere tra i “prescelti”, pervasi da uno stato di inutilità e di impotenza e soprattutto, segnati e differenziati da un semplice numero: “174 517, ci hanno battezzati!”.


…“Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo”….  ( “Se questo è un uomo”, Primo Levi)

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