PATTO DI STABILITA’, RISPETTATO SENZA PREMIALITA’

Faustino ci ha spiegato innanzitutto in cosa consiste il PdS:
“Il PdS nella formulazione prevista dalla legge 133/2008, che ha stabilito le condizioni e i vincoli per il Patto nel triennio 2009/2011, parte dal dato registrato dal Comune nel 2007, prendendo come riferimento le entrate e le uscite del bilancio, e precisamente i seguenti fattori:
– entrate e uscite correnti, in riferimento agli accertamenti e agli impegni;
– spesa di investimento, ovvero la differenza tra gli incassi e i pagamenti.”
È un dettaglio di non poco conto perché spesso chi non mastica di questo argomento può pensare che il saldo del patto di stabilità corrisponda al deficit del Comune di Turi. In realtà, il bilancio deve, per legge, necessariamente essere chiuso in pareggio e si sofferma a esaminare accertamenti e impegni sia sulla parte corrente che sulla parte di investimento.
“Il PdS, invece, nell’attuale formulazione, prende a riferimento la cosiddetta ‘competenza mista’: non i dati di tutto il bilancio, ma solo della parte corrente, mentre degli investimenti si prende in riferimento la differenza tra incassi e pagamenti.”
Un esempio che lo stesso dott. Faustino propone per capire meglio il tutto è il seguente:
“per realizzare il Palazzetto, il Comune fa un mutuo di 1milione e 300mila € per coprire la spesa di un’opera che costa 1milione e 300mila €. Dal punto di vista della competenza il Comune accerta 1milione e 300mila € e impegna la stessa cifra: quindi c’è un pareggio. Dal punto di vista del PdS, Turi, che ha fatto un mutuo nel 2005, si ritrova ad avere l’entrata tutta nel primo anno, a livello di incassi, mentre i pagamenti scaglionati nel tempo”.
Nel 2008, la legge 133 ha previsto che, con riferimento agli obiettivi degli anni successivi del Patto di Stabilita, i Comuni avessero degli obiettivi partendo dalla base 2007, applicando dei coefficienti di miglioramento rispetto al saldo dello stesso anno. Questa manovra dava la possibilità di peggiorare leggermente per chi aveva un saldo positivo nel 2007 o migliorare notevolmente per chi aveva un saldo negativo (circa del 40%).
La legge ha previsto che, nel corso del 2009, sarebbe stato emanato un Decreto Ministeriale con il quale sarebbe stato riconosciuto un premio in termini di abbassamento dell’asticella per i Comuni che avevano rispettato il patto 2008 ed erano in possesso di determinati requisiti di virtuosità, come stabilito nella Conferenza Stato-Città.
Turi nel triennio 2009-2011 ha come obiettivi rispetto al Pds di +249.000, +249.000 e +277.000 €.
Il nostro Comune nel 2008 ha rispettato il PdS, ma non è rientrato in quei parametri di virtuosità che rappresentano condizione necessaria per ottenere la premialità, ovvero la riduzione delle soglie su citate. Non si tratta infatti di un’entrata effettiva, ma solo la diminuzione dell’obiettivo.
Il criterio su cui si basa l’assegnazione della premialità verte su due fattori:
– livello di rigidità della spesa corrente (incidenza della spesa del personale, più la spesa per interessi sul totale delle spese correnti dell’ente)
– indice di autonomia finanziaria (capacità dell’ente di coprire le proprie spese con entrate autonome ed entrate tributarie).
In base a questi due parametri la conferenza Stato-Città ha stabilito i valori ritenuti virtuosi e ha avuto la premialità solo chi ha registrato parametri migliori di quelli minimi.
Qualche info in più.
Il patto di stabilità è stato istituito nel 2000. Dal 2005, da quando il dott. Faustino segue la causa economica turese, il nostro Comune ha sempre rispettato il Patto.
Per gli anni precedenti ne parleremo con l’assessore al ramo che ha esercitato durante l’Amministrazione De Grisantis.
Entro il 21 gennaio 2010 sarà inviato il risultato del monitoraggio del 2009. Il dott. Faustino ci ha detto che “al 99% sarà rispettato di nuovo il PdS, senza premialità“. Tuttavia, nell’anno in corso, abbiamo ottenuto una premialità ben più consistente, di 382mila €, conseguente al provvedimento anticrisi – articolo 9-bis – Patto di Stabilita interno per gli enti locali che recita così:
“le Province e i Comuni con più di 5000 abitanti possono escludere dal saldo rilevante ai fini del rispetto del Patto di Stabilità interno relativo all’anno 2009 i pagamenti in conto capitale effettuati entro il 31 dicembre 2009 per un importo non superiore al 4 % dell’ammontare dei residui passivi in conto capitale risultanti dal rendiconto dell’esercizio 2007, a condizione che abbiano rispettato il patto di stabilità interno relativo all’anno 2008, ovvero qualora non l’abbiano rispettato, si trovino nelle condizioni previste dell’articolo 77-bis del decreto legge del 25 giugno 2008 n-112 convertito con modificazioni dalla legge del 6 agosto 2008 n.133”.