Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

La voce del paese

LETTERA FIRMATA: “URLIAMO NO ALLA CACCIA”

gazza

Questa mattina era più ancora più debole. A fatica ha aperto il becco per bere qualche goccia di succo di frutta. Poi, verso le nove ha iniziato a rilassarsi, piegarsi su un lato.

Un rantolo più forte, ha spalancato il becco, aperto le ali ed è spirata.

Così è morta una gazza, oggi. Era con me da sabato, da quando l’avevo trovata in campagna, ferita dai colpi idioti di un cacciatore.

Ha resistito quattro giorni. Quattro giorni in cui con una zampa e un’ala rotta, ha penato un silenzioso e dignitoso dolore che l’uomo non sa comprendere.

Non si può morire per permetterci di giocare un po’. Non si può morire, anche se sei solo una gazza, perché qualcuno non ha di meglio da fare, di domenica, che gironzolare per le campagne con un fucile in mano.

Non è uno sport. Non si lotta ad armi pari. Lui armato, la gazza no. Lui uccide per giocare, lei pensava solo a vivere e volare.

La tradizione non è un valore assoluto.

Non tutto ciò che è da sempre è necessariamente legittimato a restare. Ci sono barbarie come questa di cui si fa fatica a capirne il senso, per quello strano pregiudizio che abbiamo che ci fa ritenere i più intelligenti tra gli esseri viventi.

Non scorgo alcuna intelligenza nell’ammazzare per gioco.

Una gazza è morta. Migliaia come lei muoiono in questi giorni anche nelle campagne turesi.

Si può avere almeno la forza di indignarsi, di isolare, di restituire al cacciatore parte dell’offesa, vergognandosi di lui, sentendolo come una persona fuori dal mondo, dalla civiltà.

Si può provare vergogna per quanto un nostro simile compie. Follia di un uomo qualunque.

La normalità di un uomo che ammazza per gioco mi risulta oscena.

Si può provare a diventare migliori. Anche gridando: “No alla caccia”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *