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Politica

ANTONIO ZITA GIOVANE ATTIVISTA DEL PD

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Antonio Zita è stato nominato da circa tre settimane responsabile per la scuola e l’università dei Giovani Democratici. Siamo riusciti ad incontrarlo dopo la lunga giornata trascorsa tra Facoltà di Matematica (che Antonio frequenta) e l’attivismo politico il 17 novembre scorso. Lo abbiamo intervistato.

Ha incominciato subito a parlarci in merito alle nuove candidature delle prossime elezioni regionali: “Vendola ha preso la ferma decisione di candidarsi. In questo momento si sta discutendo su come approcciarsi alla sua candidatura. Secondo certa stampa, il sindaco di Bari Emiliano vorrebbe appoggiarlo; in realtà ci sono trattative politiche tra IDV, Io Sud della Polibortone e l’UDC. Inoltre ci sarebbero altre voci relative ad un altro tipo di alleanza, tra PD, UDC e Io Sud. Questi ultimi due partiti, però, non sono assolutamente d’accordo con la presenza di Vendola e perciò questo tipo di soluzione politica risulta decisamente dificile. (In questi giorni si è appresa la notizia che Vendola potrebbe guidare il PD)

Perchè secondo lei ci sarebbero delle reticenze da parte di questi partiti nei confronti di Vendola?

“Penso che Vendola sia un buon amministratore, non ottimo, ma con questa situazione socio-politica il lavoro che è riuscito a svolgere è decisamente buono. Lui ha provato a fare un’apertura importante, infatti ha affermato: ‘facciamo un programma insieme’. Fino a questo momento non ci sono state risposte ma spero che certe reticenze di alcuni politici non dipendano dal fatto che sia gay”.

Quali sono state le sue ultime azioni da giovane attivista del PD?

“Il 17 novembre scorso si è festeggiata la Giornata Internazionale del diritto allo studio. Io ero in piazza, a Bari, per manifestare con i giovani del PD provinciale l’assoluto dissenso nei confronti della Legge Gelmini. In tutta Italia quel giorno, da Nord Sud, abbiamo avuto più di 150mila giovani manifestanti che hanno voluto sottolineare in modo deciso la non approvazione della politica pessima del ministro Gelmini. Inoltre in quella giornata si ricordano due eventi drammatici che in passato hanno visto protagonisti gli studenti europei: la commemorazione degli studenti greci uccisi dalla polizia nel ’79 e gli studenti polacchi uccisi nel ’38 dai soldati nazisti.

Sembrerebbe che lei si stia affermando come leader. Si sente tale?

“Non sono a favore del leaderismo, o meglio i leader servono la società e la politica; i leaderismi invece penso che non servino perchè il suffragio per una sola persona porta troppo potere nelle mani di un solo personaggio e ciò non è mai auspicabile”.

Come trova il panorama giovanile del PD turese?

“Abbiamo bisogno di maturare; c’è capitale umano nel senso che ci sono molte persone ben preparate che possono dare molto, però non dobbiamo mai smettere di confrontarci”.

Una domanda a lungo termine: come pensa di muoversi nelle prossime elezioni comunali?

“Cercherò di creare una coalizione supportata da idee di rinnovamento perchè sono certo che quella parte del PD di stampo riformista possa rappresentare il motore più efficace per la fase di rinnovamento. Comunque è importante muoversi, farsi sentire, perciò mi sento perfettamente in sintonia con quanto affermato da Antonio Gramsci: ‘son partigiano e odio chi non parteggia, odio gli inetti’. La politica deve servire per partire dal problema, esaminare le idee e giungere ad una soluzione.

Cos’è per lei precisamente il rinnovamento?

“È la politica fatta per la gente; è dare il valore giusto a ciò che realmente serve, come ad esempio alla ricerca, alla cultura e non solo ai soldi e al business. In questa società berlusconiana se sei preparato o sei un genio non sei nessuno, ma se sei ricco sei qualcuno anche se hai guadagnato i tuoi soldi illegalmente: la società berlusconiana è feccia.

Sostanzialmente quale crede che sia la soluzione?

“Smetterla con questa mentalità mafiosa e omertosa che inquina con l’illegalità e il crimine il territorio e incominciare a pensare in termini politici basati non sugli interessi ma sulla cultura e sulla meritocrazia”.

Abbiamo parlato del sistema berlusconiano e di ricerca. Spesso si incolpa il governo Berlusconi di essere un governo fascista, ma se si va indietro ci si accorge che il fascismo aveva basato la propria potenza proprio sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica: quelli erano gli anni di Enrico Fermi che alla Sapienza di Roma fondava la facoltà di Fisica Nucleare, erano gli anni di Guglielmo Marconi, gli anni di Einstein e della prima trasvolata atlantica effettuata da Italo Balbo e quindi la nascita dell’aviazione italiana che era la prima del mondo. Pertanto le chiedo, dov’è il nesso tra Berlusconi e il fascismo?

“Sono perfettamente d’accordo con questa visione della storia e infatti molto semplicemente penso che il berlusconismo abbia solo preso il peggio del fascismo”.

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