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FIORENTE: “SIGNOR SINDACO, COSÌ NON VA”

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Matteo Fiorente è tornato a ‘casa’. È tornato dalla ‘sua’ Rifondazione Comunista. Dopo un periodo, breve o lungo a questo punto non è più importante, fatto di litigi, silenzi e incomprensioni, la coppia si è ri-composta, ri-congiunta, ri-formata. Ma già da un po’ si stavano cercando reciprocamente, tentavano di riappacificarsi. E adesso è arrivato il momento. A Turi, dire Fiorente significa dire Rifondazione e viceversa. Binomio inscindibile, binomio imprescindibile. Fiorente è tornato. E sembra più agguerrito che mai. L’ abbiamo cercato. L’abbiamo sentito. Il primo argomento è quello del momento. Indovinate un po’?

“A proposito dell’ex cinema Zaccheo – ‘attacca’ subito Fiorente – mi rivolgo al signor sindaco e gli voglio dire: non lo dovete vendere perché ci sono tanti nostri ricordi. Perché non vendete l’ex mercato coperto o il locale dove stava la macelleria accanto ai locali degli uffici della polizia municipale o l’ex mattatoio? Signor sindaco non vorrete lasciare un brutto ricordo di questi anni come Primo cittadino di Turi? Al posto del cinema ci sarà una enorme costruzione al centro del paese e, se ho capito bene, ci saranno più metri da costruire del dovuto e questo non è giusto. Turi è diventato una specie di San Pietro Piturno e la questione del cinema una telenovela a puntate come Punta Perotti”.

Matteo Fiorente parla velocemente perché deve dire tutto quello che aveva pensato di dire nel minor tempo possibile. Per esempio, gli sta a cuore un’ altra questione che ha memorizzato bene. Matteo non dimentica. E ha voglia di parlarne. E lo fa rivolgendosi sempre direttamente a Gigantelli. “Signor sindaco – gli dice – durante la campagna elettorale delle ultime Comunali, la incontrai in via XX settembre e le parlai del 1996 quando raccolsi 215 firme per far svolgere in ‘piazza antico ospedale’ il mercato giornaliero della frutta e verdura e lei signor sindaco, che come fanno tutti se ne sarà dimenticato, mi promise che, se fosse diventato sindaco, avrebbe portato in Giunta il progetto. Ebbene, sono stato preso ancora una volta per i fondelli e, se qualcuno di quelli che firmarono leggeranno questo articolo, voglio dirgli: state nel cestino buttati insieme a me. Io sto insieme a voi. Sono stato, siete stati, siamo stati presi in giro, alla faccia della trasparenza”.

Infine chiediamo a Fiorente di chiudere con un ultimo argomento. E Matteo va sul sicuro, va sui ‘fuggiaschi’ come li chiama lui, cioè quei politici che sono eletti in uno schieramento ed ‘emigrano’ in un altro. “Ho 70 anni – conclude – ma finché vivo e fino a quando i mezzi di informazione pubblicheranno le mie proteste, darò filo da torcere a quei politici che non mantengono le promesse fatte ai cittadini e cambiano partito, formano altri gruppi senza un minimo di dignità. Insomma, finché campo, non darò tregua ai ‘ fuggiaschi’”.

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