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ELEFANTE DENUNCIA GLI AMMINISTRATORI

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Torniamo sull’argomento “ex cinema Zaccheo” rendendovi partecipi di quanto scritto dal dott. Biagio Elefante sul suo portone di casa, in via xx Settembre 12, con un manifesto e nell’Argomento partita la denuncia alla corte dei conti per i 600.000 euro di danni del cinema Zaccheo” della pagina di Facebook “ASSOCIAZIONE GENERALE CITTADINI DI TURI”. Siccome della questione ne abbiamo discusso abbondantemente, ci sembra doveroso rimandare all’ultimo intervento di Franco D’Addabbo pubblicato sul nostro quotidiano: LEGGI ANCHE IMMOBILI COMUNALI, PERCHE’ VENDERE

 

Ecco il testo integrale.

Del sottoscritto Biagio Elefante residente a Turi in via XX settembre 12, il quale fa seguito a precedente proprio documentato esposto qui presentato in data 11 novembre 2006, con cui aveva segnalato l’irresponsabile acquisto, da parte di amministratori comunali, di una sala cinematografica (con garage sottostante e appartamento sovrastante), con la giustificazione che trattavasi di “un affare”. Ciò facendo nella dichiarata consapevolezza di non avere idea di come utilizzarlo, e di non sapere nemmeno come pagarlo, salvo, come pure emergeva dalle relative delibere consiliari (nn.21 e 22/1986) l’aver ricevuto una “promessa di finanziamento” da parte di “un consigliere regionale”: come precisò anche il segretario comunale all’unico consigliere oppostosi all’affare (l’avv.Gennaro Valerio).
L’immobile fu pagato con dirottamento di somme destinate a palestra scolastica, e con mutui vari, e con deliberata destinazione ad usi “polifunzionali”

Ai 530 milioni di lire pagati nel 1986, oltre le spese per il notaio D’Agosto scelto dalla Giunta, nel 1993/94 si aggiunsero 208 milioni di lire (metà all’aggiudicazione dell’appalto e l’altra metà a seguito di perizia di variante del 100%, come risultava dalle delibere di Giunta nn.411/93 e 228/94) per opere murarie ed elettriche.

Nessun vano dell’immobile è stato mai utilizzato in alcun modo, neanche una sola volta ed un solo giorno. Né fino al 96, né nei tredici anni successivi!
Anzi a partire dal 1994/95 e seguenti gli amministratori, come già lo scrivente documentava nella precedente citata denuncia, hanno speso centinaia di milioni per il “centro culturale polivalente” destinato a servizi culturali vari.

Orbene, con recente atto la Giunta comunale in carica, previo opportuna relazione tecnica, ha stabilito che l’intero immobile, fatiscente, deve essere alienato e che dal prezzo di vendita deve essere detratto il costo dell’abbattimento e smaltimento corrispondente a 300.000 euro, da detrarsi preventivamente dal valore dell’immobile da mettersi all’asta.

biagio-elefanteIn conclusione il danno procurato al comune di Turi assomma a:
530 milioni di lire+ spese notarili per l’acquisto;
208 milioni di lire dei lavori 93/94;
altri lavori da documentare;
300.000 euro per l’abbattimento.
Da questo danno va detratto il valore del suolo, che si aggira sulle 50mila/100mila euro, in relazione alla sua destinazione urbanistica.

Sennonché gli amministratori, al fine di mascherare il detto danno, a questo punto ineluttabilmente documentato, hanno previsto di mettere all’asta, insieme all’immobile esistente, un valore da loro appositamente artatamente ed illecitamente creato quale è quello di 10.780 metri cubi di edificazione residenziale (sui 974 m. quadri del suolo) da “assegnare” all’immobile in vendita; valore non già esistente nella proprietà e disponibilità del comune, ma evidentemente da sottrarsi alla edificabilità presente e futura degli altri suoli esistenti in Turi.

A parte il fatto che le cubature di edificabilità sono un requisito connaturato alla disponibilità dei suoli, che il comune non può creare e cedere a chicchesìa, ma può soltanto regolamentare e disciplinare nelle varie zone.
E a parte il fatto che lo strumento urbanistico vigente a Turi consente al massimo 5 metri cubi di edificabilità per metro quadro, e non già gli 11 mc/mq che gli amministratori vorrebbero mettere all’asta!

In proposito il vicesindaco D’Addabbo (La Gazzetta del Mezzogiorno del 17 ottobre 2009 pag.XI) ha dichiarato che per non superare il detto indice massimo probabilmente nel bando prevederanno che 5 metri cubi si potranno fare sul suolo del cinema, mentre gli altri 6 saranno “delocalizzati” cioè l’aggiudicatario se li potrà andare a fare altrove!

Essendo evidente che ciò che gli amministratori vogliono mettere in vendita non è l’immobile, ma delle inconcepibili cubature astratte, che non sono assolutamente nelle loro disponibilità; e che comunque non costituirebbero valore dell’immobile.

Turi, 7 novembre 2009 Biagio Elefante

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