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CARLO INFANTI: LA VERITÀ NEGATA

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Trentuno anni fa tutti gli organi di stampa annunciavano la morte dell’Onorevole Aldo Moro. Numerose sono ancora oggi le domande e i dubbi attorno al sequestro e alla sua morte.

Questo è l’argomento del film documento “La verità negata”, del regista Carlo Infanti. Promosso dalla sezione PD di Turi, è stato proiettato nella serata del 7 novembre, presso il Centro Culturale Polivalente.

Come lo stesso regista ha sostenuto, “la pellicola non nasce con l’intento di dare una risposta all’oscura vicenda del delitto Moro. Vuole mostrare, invece, quei frammenti di realtà, quei pezzi di vita che il mondo politico e la storia hanno voluto tacere, nascondere”.

Tante le personalità di cui sono state riportate le testimonianze: Giovanni Galloni (ex Ministro della Pubblica Istruzione), Francesco Forte (ex Ministro della Finanza), Falco Accame (Pres. ass. Nazionale Vittime delle Stragi), Maria Fida Moro (figlia di Aldo Moro), il sindaco e l’amministrazione di Gradoli dell’epoca del sequestro, Piero La Porta (esperto strategico) e tanti altri. “Tutti interpretano se stessi. Non ci sono attori”, a parte una ragazza che cerca di mettere insieme i pezzi di questa controversa vicenda della nostra storia contemporanea.

Il regista puntualizza che il suo film d’inchiesta non vuole essere a sfondo politico. Non mira ad imputare un colpevole o un gruppo di colpevoli. L’interpretazione della vicenda è lasciata allo spettatore, al quale il regista chiede di fermarsi a riflettere. “Perché, in tutti questi anni non è stata effettuata una reale inchiesta sulla morte di Moro? Perché, chi sapeva che a Gradoli non ci fu perquisizione ha sempre taciuto lasciando che continuasse questa finzione per oltre 30 anni? Ed erano in molti a saperlo”!

Diversi sono i film e i libri pubblicati e prodotti su questa vicenda, ma spesso la verità non è mai unica, univoca. Quella più scottante è chiusa nel cassetto. È negata alla diffusione.

Alla fine della proiezione è stato aperto un dibattito con il regista. Animati e diversi gli interventi da parte del pubblico. Molte contestazioni sono giunte riguardo il messaggio che il film ha voluto lanciare: politici viventi implicati nella vicenda del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro; rilevazione, non nuova, di implicazioni dei servizi segreti esteri, ed altro ancora.

“Il regista ci ha contattati e proposto di vedere il suo film; noi lo abbiamo proiettato, e questo è stato uno stimolo per riflettere sulla figura di Aldo Moro”. Questo il commento alla serata di una componente del PD di Turi, Arianna Gasparro. È stata sorpresa di aver visto così tante persone partecipi al dibattito fino a tarda serata. “Sono convinta che la figura di Moro appartenga a tutti gli italiani” – conclude.

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