Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

OCCHIO AL COMIZIO DI PIAZZA SILVIO ORLANDI

occhiosalato

Non basta più il Consiglio comunale per opporsi all’arroganza dell’amministrazione Gigantelli? Era necessario far “perdere” due ore alla gente per ri-sentire concetti fritti, ri-fritti e sempre-quelli? A cosa può servire un comizio di una opposizione squinternata, composita e composta da esponenti, la maggior parte ex-amministratori, che fino a qualche mese fa si ‘combattevano’ e ora sono tutti insieme appassionatamente? Il loro scopo? Dare una spallata e far andare a casa Gigantelli. Anche se Gigantelli sta già a casa sua a Putignano… E poi, la maggior parte di questi oppositori è da anni, anzi da decenni, di casa e di bottega in Comune dove sono stati minoranza, maggioranza, amministrando spesso male o non amministrando per niente. E non si sono ancora stancati. Anche loro politici di professione. Anche loro sempre a caccia di consensi. Predicano il ricambio ma sono sempre lì. Coraggio, fatevi da parte. Andate a casa anche voi insieme a Gigantelli. Ma ritorniamo al comizio. Facciamo finta che Gigantelli decida di dare ascolto ai “cinque più uno” del comizio in piazza e da domani tolga il disturbo. E il 21 marzo si voti. Che succede? Gli oppositori che erano sul palco andrebbero tutti insieme in una lista, con Denovellis a braccetto a Risplendente, oppure formerebbero 2-3 liste diverse e si “combatterebbero” fra loro? La verità è che il comizio di ieri sera ci è sembrato inutile. Troppa demagogia. Troppa voglia di passare per primi-della-classe. Troppa voglia di dimostrare che Gigantelli fa male il suo mestiere di sindaco, che fa spreco di danaro pubblico, che fa errori. Troppa voglia di dire che loro invece sono migliori. E se si sentono migliori, perchè questa necessità di venirlo a ribadire in piazza? Ma veniamo ai cinque oratori (più uno…). In ordine di apparizione.

Pietro Risplendente. Esponente di spicco del Pd. Sembra pacioso, tranquillo ma non risparmia critiche severe, con richiesta di dimissioni, al Sindaco. Legge il suo bravo ‘pistolotto’ e alla fine si mette in un angolo, assorto, con un’espressione sempre la stessa ( come fosse la prima pagina di un noto settimanale!). L’ unico con un partito serio alle spalle sia pure in fase pre-congressuale. Secondo Risplendente l’amministrazione Gigantelli è di destra-sinistra per la presenza di D’Autilia. Non siamo d’accordo. Noi pensiamo che la presenza di D’Autilia abbia invece accentuato lo spostamento a destra di Gigantelli. Cosa ha e cosa fa di sinistra D’Autilia, se non una politica di destra in una giunta di centro-destra? Quindi un Risplendente, politico-nuovo se pur sessantenne che si propone come la classe dirigente di domani. Questo inquieta, mette i brividi, ma il dottore è il meno peggio dei “ cinque più uno” di sabato sera: l’unico a cui dare in futuro una chance per amministrare Turi. Voto: 7.

Tina Resta. Discorso importante, il suo. Appassionato. Impregnato di turesità. Di rabbia. Dei “ cinque più uno” il miglior discorso. Nessuna sbavatura. Di una persona che si sente impotente davanti allo “ spettacolo della politica”. Fa della questione ‘asilo nido di via Mola’ il suo cavallo di battaglia. Ma il politico Tina Resta è lo stesso che ha fatto parte della Giunta De Grisantis. Giunta che per arroganza e presunzione non è stata seconda a nessuno, nemmeno a Gigantelli. E poi Tina Resta da che parte sta? Dove è collocata? Decisa ad essere in-decisa. Non prende una posizione politica precisa. Sfuggente. Una posizione molto comoda e al tempo stesso ibrida, ambigua. Da futuro candidato-sindaco? E se tornasse a far coppia con De Grisantis? E se imbarcasse Menico? Restiamo in attesa( aspetta e spera…) delle sue decisioni. Dulcis in fundo, non abbiamo dimenticato che alle ultime Comunali, ha contribuito, forse ha cercato la spaccatura del centro-sinistra, regalando la poltrona di sindaco a Gigantelli. Un Gigantelli che adesso lei attacca. Ma, per un periodo di tempo, non dimentichiamo che Tina si rese disponibile a collaborare con l’ acerrimo “nemico” di ora. Voto: 6 politico.

Peppino Denovellis. Che dire, fa una certa impressione vedere “con noi” nientemeno che Denovellis. Ciò che è stato inimmaginabile per 20 anni è diventato una cosa fatti-va, fatta e con naturalezza. Certo che c’è proprio tanta confusione nella politica e non solo. D’ Autilia che fa l’assessore di Gigantelli ( e fino ad una settimana prima si incontrava con gli esponenti della minoranza per preparare gli interventi contro Gigantelli). E Denovellis (che in Consiglio comunale veniva attaccato con cattiveria da Leogrande, Resta e… D’Autilia) defenestrato da Gigantelli, parla la stessa lingua di Leogrande e compagni. Un passaggio che ha irritato, del discorso di Denovellis, è stato quel suo vantarsi sistematicamente di essere lui l’autore di quasi tutte le opere pubbliche che Gigantelli tiene invece “ a bagnomaria”. Che senso ha osannarsi tanto? Qualcuno gli spieghi che per stare all’ opposizione si deve portare sempre con sé una dose, due dosi di umiltà. Voto: 5.

Franco Petrera. L’ ottimo Franco fa tanta tenerezza. Sta in Consiglio comunale da una vita, forse addirittura da un’altra vita. In Consiglio comunale, dopo aver fatto per anni il gioco del silenzio ed essere stato politicamente corretto, ha preso coraggio e ( da poco…) ha cominciato a parlare. Prima non aveva fatto altro che ascoltare Vito Donato Valentini. Lo confermiamo: ora Franco parla. Solo che quando parla fa danni. Fa danni sia ai suoi avversari politici sia alla grammatica italiana, con i congiuntivi che continuano ad essere per lui un optional. Sabato sera ha letto un discorso molto duro e se l’è presa con il suo mai-amico Gigantelli e il suo ex-amico Boccardi. Ha intimato al sindaco di dimettersi, ma Gigantelli sicuramente non lo ascolterà. E l’ottimo Franco se ne dovrà fare una ragione. Voto: 5.

Mimmo Leogrande. Ed ecco sul palco il candidato-sindaco della lista più disastrata e terremotata di tutte. La lista si chiamava (e si chiama) “Turi migliore”. Perse ma andò bene malgrado fosse un insieme di persone e personaggi con idee politiche diverse, anche opposte. In quella lista Mimmo ci infilò di tutto, di più. In questi due anni e mezzo è successo che è andato via Piero Palasciano. Mimmo ha raccontato durante il suo comizio che, a lui che chiedeva a Palasciano una spiegazione del passaggio nella maggioranza, il pediatra candidamente rispose: “vado con loro perchè mi sento di centro-destra”. Mimmo pensava di aver raggiunto il fondo con il suo amico Piero, ma non aveva fatto i conti con l’avvocato D’Autilia che con un doppio salto carpiato, è approdato nel Pdl e da allora fa l’assessore. E Mimmo durante il comizio di domenica si è soffermato parecchio sulla perdita di ‘pezzi’ nella sua lista. Mimmo, privo dei suoi consiglieri, ha creato un duo di ferro con Tina Resta abbandonata da Ventrella. Mimmo, stando con la Resta, è stato contagiato dal virus dell’ indecisionismo acuto. Ci chiediamo: Mimmo potrebbe essere un altro candidato-sindaco per le prossime comunali? Pensiamo proprio di sì. Voto: 6 meno meno.

Domenica Lenato. Quasi due ore sul palco senza dire una parola. Senza presentare i suoi colleghi. Senza dire una parola sulla serata. Senza fare niente di niente. Ma che stava a fare lì? Qual era e quale doveva essere il suo compito? Non si sa. E così ha finito per fare la bella statuina. Voto: Senza voto.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *