E LA SCJORNÈTE DI LAVÒRE LA SÌME FÀTTE!
DIARIO DI UN VIAGGIO A BARI
Il treno per Bari compare in mezzo all’afa dalla strada per Putignano, rosso fiammante. Si parte.
Ormai da mesi l’esercito dei pendolari del lavoro e dello studio che ogni mattina raggiunge con il treno delle ferrovie del Sud-Est il capoluogo non parla d’altro se non degli imminenti lavori di ammodernamento della stazione di Adelfia.
Appena lasciata alle spalle Casamassima dall’altoparlante qualcuno informa: “La corsa termina qui. Si prosegue in autobus.” mentre un controllore, a passo svelto lungo il corridoio, domanda a tutti, uno per uno: “Lo sa del trasbordo?”
Le porte si aprono presso la nuova temporanea fermata di via Coppola Rossa… più che alla periferia di Adelfia, alla periferia del mondo… sterpaglie, vigneti abbandonati, pochi alberi in preda al caldo.
Finalmente sarà risolto l’annoso problema della stazione che taglia in due la città di Adelfia, dicono. La stazione e il tratto di binari ad essa adiacente saranno interrati.
Ai viaggiatori toccherà raggiungere Adelfia in treno, poi Valenzano in pullman, infine Bari in treno, accumulando un prevedibile ritardo, fino a quando i lavori non saranno ultimati. Già, … fino a quando?
Tutti in pullman, quindi, di semaforo in semaforo, autista, controllore, ferroviere, e … viaggiatori incuriositi e quasi divertiti, perchè in fondo sono soltanto i primi giorni, e si respira ancora un’aria da gita scolastica.
Il pullman rincorre stradine serpeggianti, lambisce alberi di ulivo, finchè frena a Valenzano Lamie, nei pressi dei giardinetti della stazione. Si scende per salire su un altro treno rosso fiammante.
Ed ecco Bari, finalmente, 62 minuti dopo la partenza. Un’anziana signora, finalmente a terra, sospira “E la scjornète di lavòre la sìme fàtte!” …e nessuno sente di poterle dare torto.