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MENICO COLADONATO E ALCUNE CONSIDERAZIONI

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Come giudica il risultato elettorale?

Guardando i risultati emerge che a Turi esistono diverse tonalità di destra. In particolare abbiamo la destra di governo, la destra di opposizione, quella vendicativa, quella oltranzista, quella di riserva e se ne possono aggiungere delle altre. E’un fatto decisamente inspiegabile ed anomalo, ma col passare del tempo ne capiremo il motivo. Per quanto riguarda il nostro risultato, in particolare l’area di sinistra in generale è andato discretamente bene, soprattutto per quanto riguarda le europee.
Facendo un discorso personale, riguardo alle elezioni provinciali posso dire di essere soddisfatto del risultato ottenuto perché  rappresenta per me e per chi mi ha sostenuto un buon punto di ripartenza.

Come valuta il successo di Onofrio Resta?

In tutta sincerità penso che Onofrio Resta sia una persona su cui comunque i cittadini turesi dovranno contare. Qualche giorno prima delle elezioni non sapevo cosa augurargli se vincere o se perdere le elezioni. Mi spiego meglio: vincere perchè saranno in tanti a rivendicare qualche forma di ricompensa, invece perdere perchè vivi uno stato di solitudine che non auguro a nessuno ed i tuoi sostenitori vanno a cercare altri cavalli reputati vincenti. Vedremo nei prossimi mesi, penso che lui abbia buone qualità.

Quale sarà il suo futuro politico qui a Turi?

Non c’era una ambizione mia personale in queste elezioni, come avevo già ampiamente detto nei comizi. Avevo raccolto in giro tanta rassegnazione, fino a quando abbiamo scoperto che non c’erano candidati turesi nell’area di riferimento del centro sinistra e a quel punto c’era l’opportunità della candidatura dei Verdi per me. Non ho alcuna ambizione di leader e tanto meno devo guidare alcuna rivincita o risalita. Per me la candidatura ha rappresentato semplicemente un’opportunità all’elettorato di centro sinistra di andare a votare e di non rassegnarsi in qualche modo. Ho sempre detto fin dall’inizio che non ero il miglior candidato possibile, e lo ritengo ancora oggi, però, usando un termine ciclistico, ci sono delle volate di sacrificio che bisogna fare anche per altri per il futuro.
In generale, ripeto, siamo contenti di come è andata ed adesso si torna a lavorare come abbiamo sempre fatto, non sotto i riflettori e con tutti quelli che hanno voglia di fare. La mia idea è quella di convincere quei “giovani-vecchi” ad abbandonare dei clichè, o meglio delle formule svuotate dai contenuti ed a sovvertire l’ordine delle cose. Mi piacerebbe dunque ripartire dai fatti che non portano immediatamente  ad una scadenza elettorale, che è una delle condizioni peggiori per proporsi alla gente,  ma che cercano di aggregare le persone giorno per giorno senza una scadenza precisa.  So perfettamente che questo è un processo molto lungo, ma è necessario per un cambiamento.

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