ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GRAMSCI: I GIOVANI DEMOCRATICI RICORDANO E RIFLETTONO

Sono 72 gli anni trascorsi da quel 27 aprile 1937, data storica in cui morì Antonio Gramsci, giornalista, filosofo, intellettuale, tra i fondatori del Partito comunista d’Italia e vittima della prigionia imposta dal fascismo in anni in cui il fervore culturale e politico era ai massimi livelli.
Sono tutte nozioni emerse durante l’incontro che i ragazzi del PD, coordinati da Antonio Zita, hanno tenuto ieri, in occasione dell’anniversario della morte di Gramsci, dedicato all’operato e al pensiero politico di un uomo che ha fatto la Storia d’Italia.
Dopo la visita presso il carcere di Turi, alla cella in cui Antonio Gramsci passò i suoi giorni di reclusione, dove si dedicò all’espressione del suo pensiero attraverso la scrittura di lettere e quaderni, il centro culturale polivalente di piazza Gonnelli ha ospitato Francesco Giasi, ricercatore della fondazione Gramsci, Gianvito Mastroleo, presidente della fondazione socialista Di Vagno, l’Onorevole Dario Ginefra, segretario provinciale PD e l’Onorevole Enzo Lavarra, per approfondire il discorso sul pensiero politico Gramsciano.
L’incontro si è svolto nel confronto fra passato e presente. Fra l’esempio di un uomo che si è battuto per la volontà di esprimere il proprio pensiero e il rischio attuale che i giovani corrono nell’inciampare in un futuro incerto, privo di solide fondamenta, che potrebbero evitare solo non smettendo di lottare e di diffondere la cultura, ascrivendosi nel ruolo di “guerriglieri” della cultura, come è stato definito Gramsci in codesta sede.
Rinvigorire i valori, utilizzare al meglio “il capitale umano fatto di menti pensanti, di persone irripetibili e di discorsi inviolabili”, oggi, come in passato, è fondamentale per continuare a costruire l’Italia, risolvendo la “questione meridionale” ma soprattutto, in una visione più ampia, che è tipica della nostra realtà, per costruire l’Europa unita.
Quello di Gramsci è un pensiero politico e intellettuale conosciuto anche a livello mondiale, grazie alla traduzione in diverse lingue straniere delle sue testimonianze letterarie, fatte di opere postume, fra cui numerosi articoli, lettere e quaderni dal carcere, che hanno avuto così larga diffusione fuori dai confini italiani: in Europa, in America Latina, nei Paesi di lingua anglosassone come in quelli dell’Estremo Oriente.
Questo fa sì che Gramsci sia annoverabile fra gli autori classici della letteratura italiana, soprattutto perché i suoi scritti, così largamente distribuiti, vengono letti, interpretati e applicati nelle diverse realtà di riferimento.
I giovani del PD, con un’analisi autoreferenziale ispirata al pensiero gramsciano, hanno colto questa occasione di incontro per invitare a vivere l’appartenenza al gruppo in maniera non dogmatica, ma come un’ opportunità di discussione, di confronto culturale fra idee e a ricostruire la politica partendo dalla cultura, dall’espressione del proprio pensiero, sotto la guida dei valori autentici, per costruire un futuro che sia sinonimo di speranza e non di minaccia destabilizzante a cui i ragazzi di oggi si sentono sempre più esposti.
VIDEO SERATA
FOTO GALLERY
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PER APPROFONDIRE
BIBLIOGRAFIA
GRAMSCI TRA MUSSOLINI E STALIN
Rossi Angelo, Vacca Giuseppe
2007
Roma
Fazi
Gli
Autori, basandosi su un ricco apparato documentario, in buona parte
inedito, ricostruiscono l’oscuro intreccio internazionale che condannò
Gramsci a una definitiva prigionia e gli interessi in gioco del regime
fascista e di quello comunista. Il libro ricostruisce inoltre anche la
rete di comunicazione che Togliatti e Gramsci utilizzavano per
continuare "a distanza" il confronto su fascismo, politica sovietica e
situazione mondiale che li aveva contrapposti sin dal ’26. Infine, il
libro chiarisce il ruolo insospettabile di Piero Sraffa: non solo un
amico eccezionale, ma anche un militante "coperto", scelto di comune
accordo da Gramsci e Togliatti per assolvere al difficile compito di
informare il primo delle decisioni del partito e rendergliele più
accettabili.
PER GRAMSCI. CRISI E POTENZA DEL MODERNO
Burgio Alberto
2007
Roma
DeriveApprodi
La
storia della modernità e l’analisi della "crisi organica" della società
borghese sono temi centrali dei "Quaderni del carcere". Questo libro ne
approfondisce alcuni nuclei teorici fondamentali, mettendo in risalto
il carattere dialettico del pensiero di Granisci. L’analisi del
fascismo italiano sullo sfondo della complessità strutturale della
società contemporanea; la teoria del cesarismo; il nodo dell’egemonia,
indagato alla luce dell’ubiquità delle dinamiche egemoniche, sono
passaggi cruciali di una lettura delle note gramsciane in cui si rivela
essenziale il duplice volto della crisi: da un lato, irreversibile
processo degenerativo responsabile dello scollamento dei corpi sociali,
della delegittimazione delle leadership e della regressione autoritaria
dei regimi politici; dall’altro, luogo di costituzione di soggettività
critiche e di potenti istanze di trasformazione. Sullo sfondo
dell’ambivalenza della crisi del "mondo moderno" si sviluppa quella
ricerca di nuove forme di relazione sociale che rappresenta la più
preziosa eredità dei "Quaderni".
SU GRAMSCI
Canfora Luciano
2007
Roma
Datanews
Il testo
di Canfora è una riflessione puntuale e per molti versi inedita sulla
figura e sull’opera di Antonio Gramsci, sui rapporti con il gruppo
dirigente dal Pci, sulle sue posizioni rispetto all’esperienza
sovietica, sul peso del suo pensiero nella storia del Pci fino al suo
scioglimento.