Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Cultura

PASSEGGIATA FRA BIGETTI PURGATORIO

foto_riguardanti_la_prima_parte_dellarticolo.jpg
Arriva il primo caldo dell’anno e subito si cerca di approfittarne per qualche passeggiata in bicicletta tra ciliegi, ulivi e vigneti. Un nostro lettore dopo un percorso occasionale in campagna (via Vecchia Mola, poi qualche “traturo“ poco conosciuto) si è imbattuto in un rudere in pietra parzialmente rovinato.
Questo è quanto ci ha scritto:
“Guardandola da lontano appare come una struttura in pietra quasi insignificante, come i vecchi rifugi dei contadini. In realtà avvicinandomi ho notato la particolarità architettonica di questa antica chiesetta situata in contrata Bigetti-Purgatorio. È ricca di archi e presenta due volte a cupola. Non ha né tetti né infissi. Tutt’attorno, in un’area rettangolare di circa 15×35 m, si nota una disposizione di pietre che ricorda molto un antico cimitero fatto da tombe per adulti, per bambini e loculi per gli ornamenti. Sul posto sono visibili anche lastre di pietra che probabilmente fungevano da “tappo” alle tombe. Non ho scovato nessuna incisione che indicasse qualche data. Mi son permesso di scattare qualche foto”.
Spulciando su internet abbiamo scoperto che proprio in quella zona, tra il 1976 ed il 1980, fu rinvenuta una vastissima  necropoli (circa 500 tombe), con corredi funerari databili dal VI al IV sec A. C. Dal link http://lixos.interfree.it/ilpopolamentoantico2.htm è possibile accedere a queste informazioni:
Furono qui ritrovate tombe a sarcofago in tufo, dipinte in rosso e a volte fornite di ripostiglio esterno; altre scavate nella nuda terra; altre ancora costruite con lastroni. Da tale necropoli provengono anche vasi attribuibili al Pittore della danzatrice di Berlino, al Pittore di Pèleo, al Pittore di Amykos.
La ricchezza e la varietà di ceramica attica sottolineano gli intensi scambi con Atene. Bigetti-Purgatorio, quindi, era una città ricca, produttrice di vino, olio e grano, in stretti rapporti commerciali con tutto il mondo greco.Ad est di questa ricca necropoli sembra sorgesse la città, abitata fino al XII sec D. C.; infatti ricca è la presenza di ceramica romana repubblicana ed imperiale, le testimonianze altomedievali, bizantine e protoromaniche.
Attualmente, ci dice il nostro lettore, molti cocci sono ritrovabili in tutti i  “tendoni” di uva circostanti l’aera, mentre in alcune tombe sono ammassati resti di plastica e vetro. Nell’edificio vero e proprio sono accatastate cassette di frutta e utensili da lavoro agricolo.
Sempre nella zona di Bigetti si può visitare la chiesetta di S. Apollinare, databile al X-XI sec. e forse anche ad epoca anteriore, visti i citati ritrovamenti altomedievali e la dedicazione a S. Apollinare, primo Vescovo di Classe a Ravenna (vissuto sul finire del II sec D. C.). L’edificio sacro è un parallelepipedo in pietre appena sbozzate, irregolari, legate con molta malta.

Aspettiamo le vostre foto fra le passeggiate di primavera…
{gallery}gallerie/bigetti{/gallery}
Cosa ne pensate? Perchè una tale zona rimane chiusa al pubblico?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *