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SINISTRA DEMOCRATICA: SETTE VOLTE NO ALLA ZONA PIP A MACCHIA DI LEOPARDO

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La recente conferenza stampa della Sinistra Democratica
turese è stata indetta principalmente per far conoscere le posizioni di questo
partito in merito alle scelte amministrative della Giunta Gigantelli sulla zona
PIP.

 

Sinistra Democratica è fortemente preoccupata in merito
alle scelte dell’Amministrazione per la zona industriale. A parere di
Ferdinando Redavid, Segretario cittadino di SD, la Giunta Gigantelli avrebbe
intenzione di intervenire con uno strumento diverso rispetto a quello già
esistente.

 

Il Piano degli Insediamenti Produttivi (PIP) è stato già
approvato dalla Regione. Esiste, dunque, uno strumento attuativo. Un
regolamento disciplina le lottizzazioni e gli stessi insediamenti di attività
produttive. “Loro si ostinano a volere
indirizzare una industrializzazione a macchia di leopardo. Tanto è vero che
l’hanno dichiarato anche pubblicamente
”, sostiene Redavid. 

 

SD ha presentato alcune osservazioni alle conferenze di
servizio. L’Amministrazione sarebbe perfettamente a conoscenza, per il
Segretario, dell’esistenza di decreti e leggi specifiche. In particolare, è
stato citato un decreto del presidente della Repubblica secondo cui la
destinazione di attività industriali a seguito di una conferenza dei servizi è
legittima solo ed esclusivamente in assenza di un apposito Piano per
Insediamenti Produttivi. 

 

Non si capisce
come mai la Giunta comunale voglia ad ogni costo realizzare un’urbanizzazione
industriale attraverso lo strumento delle conferenze
”. Ad avviso di
Redavid, sarebbero stati presentati dei progetti in cui vengono chiesti cambi
di destinazione d’uso.

 

Nico Catalano ha annoverato ben 7 esempi.

 

Primo caso. In via Putignano, c’è un’area che si affaccia sulla
circonvallazione. Siamo nell’ambito della proprietà Coppi. E’ stata richiesta
l’autorizzazione per un progetto relativo ad un centro di lungo degenza per
anziani.

 

Secondo caso. Immediatamente adiacente all’area Coppi ve ne sarebbe
una seconda. L’azienda FIMER ha chiesto un ampliamento per potere implementare
un opificio in marmeria e lavorazione di mattoni. Nico Catalano ha riferito, a
tal proposito, di avere incontrato l’Assessore regionale all’assetto del
territorio, Angela Barbanente. I tecnici presenti in Assessorato hanno fatto
rilevare che l’attività dell’azienda in questione sarebbe assai pericolosa.
L’azione nociva sarebbe legata all’emissione di fanghi e polveri.

 

Terzo caso. L’area di Simone. L’idea sarebbe la seguente. L’area ove
è situato il magazzino è un luogo nel quale si possono solo ed esclusivamente
attuare la trasformazione e lavorazione di prodotti agricoli. Si chiede di
potere adibire l’area ad ipermercato.

 

Quarto caso. Spinelli Edilizia. Si chiede la realizzazione di un
deposito di materiale edile. “Questo
sembra il meno incisivo da un punto di vista dell’impatto ambientale
”.

 

Quinto caso. Azienda Pernice. Ha già realizzato un manufatto la cui
realizzazione sarebbe stata bloccata. Chiederebbe un condono.

 

Sesto caso. Azienda Giuliano Puglia Fruit. Chiede un ampliamento in
zona agricola.

 

Ultimo caso. Azienda Beppe Coppi, lungo la via vecchia per
Sammichele. Si tratta di un’officina metalmeccanica da realizzare in zona
agricola. In quell’area esiste un problema di Valutazione d’Impatto Ambientale
(VIA).

 

Come è possibile
presentare gli stessi progetti tutti entro una medesima area? Non è stata fatta
alcuna Valutazione d’Impatto Ambientale, non si è tenuto conto dell’esistenza
di uno scarico di rifiuti. C’è una richiesta di un cambio di destinazione d’uso.
Va tenuta presente l’emissione di polveri e scarichi nocivi. Come può, nella
medesima area, tutto ciò essere compatibile con la realizzazione di un centro
di lungodegenza per anziani?

 

Ma
non finisce qui.

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