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ALINA LARUCCIA: 27 GENNAIO-27 FEBBRAIO, UN MESE PER PUNTARE SUL DIALOGO

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Durante una pausa della manifestazione realizzata dalla libreria “Eleutera”, in collaborazione con la scuola media “R. Resta”, in ricordo delle vittime dell’olocausto che ha visto concretizzarsi un tentativo di sterminio nei confronti di un intero popolo, l’ebraico, ad opera degli ideologi del male di Hitler, abbiamo avvicinato Alina Laruccia. Tiene a ricordare a tutti che la comunità di Turi ricorda con particolare commozione la figura di un turese deportato in un lager nazista, Pasquale Lasorella, scomparso recentemente. La iniziativa si è tenuta anche nel suo ricordo.

 

Quale è esattamente il suo ruolo?

“Sono presidente del presidio del libro di Turi”.

Quale il senso di questa iniziativa?

“Intanto, dobbiamo ricordare i giorni della Shoah. Il 27 gennaio ha inizio il mese della memoria. In tutti i presidi del libro d’Italia, a partire dal 27 gennaio sino al 27 febbraio, si terranno diverse manifestazioni in memoria del popolo ebraico massacrato nei campi di sterminio nazisti. Quest’anno, abbiamo inteso concludere con un concerto. Ci è sembrato che il modo migliore per offrire un segno di speranza fosse la musica. In fondo, il titolo attribuito alla manifestazione è proprio “il giorno della speranza”. E la musica dona un senso di speranza”.

Perché coinvolgere la scuola media?

“Guardi, io ho una libreria. Sono già tre anni che organizziamo il giorno della memoria. Da sempre, la scuola media è presente nell’ambito di questa iniziativa. Era naturale, dunque, che vi fosse un contributo dei ragazzi”.

Il messaggio di pace lanciato attraverso il ricordo della shoah, viene ritenuto attuale?

“Tenga conto che abbiamo avuto alcune perplessità. Esistono nel mondo alcune situazioni particolarmente piacevoli, attualmente. Nel mio brevissimo intervento di apertura, ho sottolineato proprio questo aspetto”.

Secondo lei, il messaggio viene recepito dalle giovanissime generazioni?

“Questo non lo so. So, tuttavia, che tocca a noi far sì che il passato non venga dimenticato. Solo in base a ciò che è stato il passato, possiamo costruire il futuro. Dovremmo, soprattutto, evitare che, nel mondo, vi siano situazioni di guerra. Il dialogo è l’arma più importante. Sul dialogo dobbiamo puntare. Sempre”.

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