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COLADONATO: RINEGOZIAMMO I MUTUI AD UN TASSO CHE DAL 5,7% CALAVA AL 2,35%

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Abbiamo visto come
l’Assessore al bilancio nella Giunta De Grisantis, Menico Coladonato, giunse a
considerare la possibilità di rinegoziazione dei mutui pregressi, la quasi
totalità dei quali contratti per investimenti in opere pubbliche. “Solo un
mutuo non riguardava la realizzazione di opere pubbliche. Fu contratto nel 2002
e riguardava il riconoscimento di un debito fuori bilancio ereditato
dall’Amministrazione precedente. Fummo eletti nel maggio 2002. In sede di
riequilibrio di bilancio, a settembre dello stesso anno, fummo costretti a
riconoscere un debito pari a 421 mila euro. E per far fronte a questo debito
fummo costretti a contrarre un mutuo”. Coladonato tiene a precisare che si
trattava di mutui contratti per opere pubbliche, il rifacimento delle strade,
la palestra della scuola media e così via. “Ricordo che, all’epoca, la Giunta
deliberò l’acquisto di un fuoristrada per la Polizia municipale in quanto il
corpo diventava anche organo operativo per la protezione civile”.

 

Grazie ad agevolazioni rese disponibili da provvedimenti
governativi, il Comune era lì a scegliere la condizione più vantaggiosa tra il
tasso d’interesse proposto dalla Cassa Depositi e Prestiti e quello proposto
dall’istituto di credito. Una vera competizione, insomma. Dunque, se la Cassa Depositi e
Prestiti avesse fatto un’offerta conveniente, il Comune non avrebbe cambiato
ente erogatore del mutuo, restando suo cliente. “In realtà, l’offerta della
Cassa Depositi e Prestiti non fu conveniente; anzi, lo stesso ente ci indicò
quali mutui potevano rientrare in questa ristrutturazione. E questi furono,
poi, sottoposti all’attenzione della banca”, sostiene ancora Coladonato.

 

L’Amministrazione De Grisantis puntò sulla contrazione di un
mutuo a tasso variabile perché molto conveniente. Poco più del 2%. Si considera
come tasso di riferimento l’Euribor, una sorta di tasso medio dei paesi della
Unione Europea (UE). Di recente, la Banca Centrale
Europea
(BCE) ha modificato questo tasso di riferimento. La
BCE stabilirà per l’occorrenza il valore del tasso. Insomma, il Comune di Turi
riuscì a rinegoziare i mutui con un tasso che scendeva dall’iniziale 5,7% ad un
valore pari al 2,35%. A questo, andava aggiunto quello che va considerato come
il guadagno ottenuto dall’istituto di credito che concede il nuovo
finanziamento.

 

A questo punto, subentra una polizza assicurativa. Il cosiddetto
“collar”. Una sorta di tutela, una protezione per il Comune. “Non andammo a
rinegoziare i mutui da sprovveduti. Ci siamo fatti redigere alcune stime ed in
base a quanto conveniva a noi pagare a quel tempo, fu stabilito che qualora i
tassi fossero schizzati in alto, a seguito di catastrofi finanziarie, il Comune
di Turi avrebbe pagato fino ad un tasso massimo del 6% di interessi”. Oltre
questo tasso, il rischio era nella responsabilità della banca.

 

Il Governo, frattanto, ha assunto provvedimenti. Hanno dato un
segnale. Il tasso variabile in merito ai mutui contratti dalle famiglie per
l’acquisto della prima casa non potrà in ogni caso oltrepassare il 4%. Questa
disamina tecnica prosegue.

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