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Cultura

GIOVANNI MARIA SABINO, FAMIGLIA DI MUSICISTI TURESI NELLA NAPOLI SEICENTESCA

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Nella nostra cittadina è in atto un
progetto di ricerca che ha come fine la raccolta e la pubblicazione delle opere
superstiti di musicisti nati a Turi, oltre ad ampliare le conoscenze storiche
sugli stessi. Si tratta di Giovanni Maria Sabino (Turi, 30 giugno 1588 – Napoli,
aprile 1650), Donato Antonio Sabino (Turi 13 marzo 1591 – Napoli 22 luglio
1649) e Francesco Sabino (Turi, 8 maggio 1616 – Napoli post.1660). Sono diverse
le manifestazioni svoltesi nel circondario in memoria della Famiglia Sabino; il
28 giugno scorso il comitato ha fatto tappa anche a Turi, regalando una serata
di grande cultura musicale e di intrattenimento. Ad aprire le danze, due brani
di G.M. Sabino e l’intervento del musicologo Dinko Fabris che è il referente
scientifico di questo progetto. A seguire, intervallati da altri brani
musicali, quattro relazioni di altrettanti storici locali (Annalisa Rossi, don
Pasquale Pirulli, Osvaldo Buonaccino D’Addiego e Angelo Palmisano) che hanno
fornito dei resoconti sulle ricerche svolte nei registri dei battesimi della
locale Chiesa Matrice e negli Archivi storici della Diocesi di Conversano.

Il
progetto è a cura del Comitato permanente “Giovanni Maria Sabino” di Turi, il
cui presidente, dott. Paolo Valerio, è anche Direttore dell’omonima ensemble
che ha eseguito le musiche dei Sabino nell’importante appuntamento di giugno
scorso. Egli stesso ha dichiarato che è “un fine molto importante che si pone
il Comitato, oltre a quello di far conoscere la figura e le musiche di questo
grande musicista che ha scritto una pagina fondamentale della storia della
musica di tutti i tempi, è quello di contribuire a trasformare il ricchissimo
repertorio di questa Scuola musicale in una importante risorsa culturale ed
economica della Terra di Bari, con l’auspicio che diventi un punto di passaggio
obbligato per il turismo culturale internazionale amante di questo genere
musicale”.

E
adesso qualche nozione storica sulla vita di Giovanni Maria Sabino.

Giovanni Maria Sabino nel 1622,
con stipendio di 10 ducati mensili, fu il primo vero maestro che tenesse la direzione
dell’antico Conservatorio della Pietà dei Turchini. Detto Conservatorio, in
seguito, divenuto troppo
angusto per accogliere quanto era rimasto della gloriosa tradizione
settecentesca, per ordine del Re borbonico Francesco I nel 1826 venne
definitivamente trasferito nell’antico Convento dei Padri Celestini, l’ordine
fondato da Celestino V eremita sulla Majella prendendo il nome di Conservatorio
di San Pietro a Majella, nome che il famoso Conservatorio di Napoli ha
conservato sino ad oggi.

Giovanni
Maria Sabino fece parte della cerchia dei musicisti vicini al Principe mecenate
don Carlo Gesualdo da Venosa. Per meriti musicali tra il 1620 e il 1625 fu
nominato Cavaliere.

Egli
è il padre della Scuola musicale Napoletana che nel settecento divenne famosa e
invidiata in tutto il mondo occidentale. Importato direttamente da Venezia il
nuovo stile musicale, conosciuto come “musica barocca”, grazie a rapporti
diretti con Claudio Monteverdi testimoniati dalla presenza di musiche del
maestro cremonese in una raccolta di salmi del Sabino e nell’archivio dei
Girolamini di Napoli, e di mottetti del Sabino nella “Ghirlanda Sacra”, unico e
primo musicista napoletano presente in una raccolta di musiche di soli maestri
veneti, compreso il Monteverdi,  Sabino
avvia una catena di maestro-allievo che attraverserà tutto il seicento e
settecento generando grandi musicisti quali: Provenzale, Scarlatti, Leo,
Traetta, Paisiello, Piccinni ecc.

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