LE “FERROVIE” NON DELUDERANNO GLI AGRICOLTORI
Scampata la pioggia di ieri, preannunciata da più di un
servizio metereologico, l’annata sembra essere proprio fortunata. Ciliegie se ne stanno raccogliendo tante, e
di qualità. Alla faccia di quelli che si lamentano sempre della scarsezza.
Tutte storie. È facile accorgersene. Basta rapportare quest’anno con quelli
passati. Di solito, amici, parenti, inquilini, portano sempre qualche ciliegia
in regalo. Quest’anno niente. È ovvio il motivo: sono troppo perfette per
essere regalate. Si regalano quando sono un po’ mature, o per la maggior parte
spaccate a causa della pioggia. La qualità invece si paga. Ma quest’anno se ne
vedono poche. Se ne mangiano meno. Quasi tutte vengono vendute perché la
qualità viene pagata bene.
Le “ferrovie” stanno maturando. Le prime sono già state
raccolte. Si comincia con chi ha fatto l’anticipo, nelle zone calde (via
Conversano) e si finirà con i raccolti delle zone fredde e senza anticipo. L’”oro
rosso” sta uscendo alla distanza. Sembrava che solo la metà delle ciliegie a
grappolo sarebbero giunte a completa maturazione. Molte erano rimaste bianche.
Invece no: col passare del tempo, ci stanno stupendo. Chi per caso, per astuzia
o per esperienza non le ha tolte dai rami, ora le vede riprendersi. Cresceranno
e matureranno tardi. Ma sono pur sempre ferrovie. E la qualità non subisce col
tempo tanta svalutazione. Tuttavia i prezzi sono quelli che sono. Si è partiti
i primissimi giorni col prezzo di 5€. Quindi l’annata non sarà particolarmente
ricca. Ma come spiegavamo qualche giorno fa, tutto è in relazione alla
quantità. Quindi, se il prezzo non decolla, vuol dire che ce ne sono tante.
Troppe forse, da non riuscire a raccoglierle per la mancanza di manodopera.
Tant’è che gli operai non si trovano entro i confini cittadini, e bisogna
assumere gente da Cisternino, Fasano, Martina Franca e Monopoli (tanto per
citare i paesi più rappresentati nelle nostre campagne). Qualche “padrone” che
ha terre sparse un po’ in tutto il circondario del paese, molto spesso si
ritrova in crisi non avendo abbastanza operai da impiegare nello stesso momento
in tutte le zone. La paura del maltempo c’è sempre, quindi affrettare la
raccolta è di primaria importanza.
Il prezzo proposto, spesso troppo basso, non permette agli
agricoltori di recuperare le spese di manodopera e di trattamento. Le correnti
europee, con prezzi competitivi, hanno fatto scendere il potere di vendita dei
nostri coltivatori, portando sempre di più a un deprezzamento delle ciliegie.
alcuni minacciano addirittura di abbandonare le attività cerasi cole poiché non
è più conveniente come una volta. Se a Turi, come nel sud Italia, non si
riuscirà a mettere da parte l’orgoglio personale, non si durerà molto. Bisogna
consorziarsi, fare gruppo. Solo così si potrà competere con i grandi mercati
internazionali, anche in vista del libero mercato previsto per il 2010. Ma a
parte questi macro problemi, per ora ci godiamo una stagione nel pieno del suo
svolgimento. Le file interminabili di macchine presso i compratori sono un bel
vedere. Basta sbirciare in qualche magazzino per vedere quante persone sono
all’opera contemporaneamente. Ragionieri, operai, tutti a guadagnare l’extra. E
l’economia di Turi “gira”. Come girerà in questi mesi. Le ciliegie le attendono
tutti: compratori, agricoltori, ma soprattutto tutti gli altri commercianti. Le
ciliegie portano soldi alla maggior parte della popolazione turese, e tutti non
aspettano altro che l’estate per attendere che vengano spesi. Giuriamo di aver
visto qualcuno sfregarsi le mani all’idea.
Nel frattempo sono in piena fase di compravendita anche le
“forlì” e la “giorgia”, qualità destinate alla lavorazione industriale per
confetture e preparati di ogni genere.
Ci sembra giusto far notare, infine, che quest’anno pare
essere scomparso un antico rito: quello di vendere le ciliegie sul ciglio di
casa. Non si trova più nessuno che con la cassetta in posizione strategica
tenta di far notare al passante la prelibatezza delle ciliegie e farle
acquistare. Non siamo al corrente di un divieto ufficiale. Ci informeremo.