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MATTEO FIORENTE: “BISOGNA STUDIARE E CONOSCERE LA STORIA”

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Un folto gruppo di studenti delle scuole medie qualche
giorno fa è stato in visita a Roma e ha incontrato i neo eletti Berlusconi e
Alemanno. Tutte le tv principali ne hanno parlato: I Tg hanno fatto vedere le
scene in cui i ragazzi hanno incitato “Silvio” e chiacchierato con Lui. Il
Premier non s’è fatto pregare: ha parlato male dei Comunisti, ha scherzato come
suo solito, facendo un po’ di propaganda del suo operato e della sua vita, e ha
parlato del Milan e della campagna acquisti di quest’anno. Un’accoglienza
strepitosa, e inaspettata, per alunni, professori e dirigente scolastico,
Francesco Filomena. ma quanto riportato dai giornali locali e quanto appreso
dalle televisioni ha scaturito, come era prevedibile in questo campo,
incomprensioni e malumori. Uno fra tutti: Matteo Fiorente, attuale sostenitore
del PMLI (Partito Marxista leninista Italiano). Più genericamente egli è un
sostenitore del simbolo, Falce e martello su sfondo rosso. Ha ereditato il
proprio credo politico da suo padre.  Ci
ha consegnato una riflessione scritta a mano della quale cercheremo di
riportare integralmente le parti salienti. “Ho letto che gli alunni della
scuola Media R. Resta di Turi, accompagnati dal Prof. Filomena, sono stati a
Roma e hanno incontrato il neo Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e
il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Berlusconi, come al solito, ha
approfittato per metterli in guardia dai Comunisti. Ma quando la smetterà di
avercela con i Comunisti? Specialmente adesso che sono scomparsi dal parlamento
grazie alla disfatta di Giordano, Bertinotti e compagnia bella. Non ci sono più
alla Camera e al senato i “rossi”. Solo qualche vecchio politico del Pci, ora
nei nuovi partiti PDS e PD. Perciò, caro Presidente, ormai i Comunisti dopo l’autoesclusione
dal Parlamento sono rimasti solo i loro fantasmi aggirarsi tra le sale
consiliari”. Ha detto la propria sull’avvenimento anche il Prof. Onofrio Caputi
 Jambrenghi (Prof. Ass. di
Chiurirgia-univ. Di Bari e Presidente del Consiglio d’Istituto del liceo
scientifico “O. Tedone” di Ruvo di Puglia), il quale ha espressamente detto al
preside della scuola media di “cambiare mestiere” e di “essere esterrefatto del
fatto che ostenti a mostrare apertamente in una scuola le proprie convinzioni
politiche con gadjets”. Fiorente è d’accordo su queste sue affermazioni. “Ha
ragione. Con le sue parole espresse su
un giornale locale, ha fatto notare giustamente come un professore di stampo
Forzista non deve portare tanti alunni a Roma per portarli al voto, quando
maggiorenni, contro i comunisti”. Inoltre, rivolgendosi ai ragazzi protagonisti
della gita, tiene a dire che è “diventato comunista nel 1968, quando i famosi
Democristiani di allora hanno abusato della povertà degli operai con i figli.
Questi ultimi hanno sopportato di tutto. Mio padre grazie a questi capitalisti
è morto prima del tempo”. Inoltre, cerca di portare acqua al suo mulino, come
fa chiunque verso il proprio schieramento preferito: “i comunisti Partigiani
hanno liberato l’Italia dai cugini di Berlusconi. Tanti sono stati uccisi come
bestie: Gramsci è morto per non aver rinnegato la sua ideologia. La stessa
sorte è toccata a Terracini e Saragat. Altri come Sandro Pertini, sono stati
rinchiusi in carcere lontani da casa per l’orgoglio di voler rivendicare le
loro ideologie politiche”. Ricorda che Gramsci e Pertini sono stati rinchiusi
nel carcere di Turi: sono stati cari conoscenti ed ora a loro la città di Turi
ha dedicato le due Ville Comunali. Fiorente continua esortando i lettori a
informarsi, a studiare la storia, forte della biblioteca personale che tiene
custodita con cura nella sua esposizione d’antiquariato. “I forni crematoi non
hanno fatto solo scempio di ebrei, ma anche di bambini, omosessuali, zingari.
Tutti coloro che erano diversi”. Conclude rivolgendosi apertamente, di nuovo,
agli studenti con queste parole: “Cari ragazzi, qualcuno di voi mi conoscerà.
Io ho insegnato la mia attività a molti ragazzi a turi e ho avuto sempre
rispetto per loro trattandoli da esseri umani. Per essere comunista ho perso
molto lavoro, ma non ho mai abbassato la testa. Sono stato iscritto per 24 anni
al PCI e nel 1991. Ho fondato da solo, a Turi, la sezione locale di
Rifondazione Comunista, di cui sono stato segretario fino al 2005 quando
Bertinotti e compagni si allearono con Prodi”. Insomma, le parole di Matteo
Fiorente appaiono come l’ennesimo sfogo. Come una puntata della sua battaglia
per portare innanzi al capo i colori e gli ideali comunisti, denigrando le
brutture compiute da Fascisti e Nazisti. Come fanno, d’altronde, quelli come il
Cavaliere nazionale, che di contro rispondono con i milioni di morti nelle
foibe e i problemi causati dal Comunismo in Asia.

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