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COMINCIATA LA CAMPAGNA CERASICOLA. GIA” I PRIMI MALUMORI

Sono finalmente arrivate. Le ciliegie. cominciano a
diminuire i “veleni” che ci hanno proibito di fare qualche scampagnata in
bicicletta, e vengono tirete fuori dopo il letargo invernale le vecchie scale
di legno. Quelle stagionate. Quelle che ne hanno viste tante di annate. Buone,
abbondanti, cattive e disastrose. Quelle che hanno sopportato tanti
“saliscendi” dei più temerari che si avventurano per raccogliere i frutti dei
rami più impervi. Sono anche quelle che hanno visto qualche caduta nella loro
lunga vita. Ora sono pronte a ridare speranze a chi dall’oro rosso ci “campa”
un anno. Tuttavia già cominciano i malumori tra gli agricoltori, e più in
generale per chi paga gli operai a “giornata”. Infatti, l’inasprimento delle
azioni ispettive degli ultimi anni, ha generato panico nel settore agricolo,
tanto da indurre la Coldiretti a discutere del disappunto in Prefettura, circa
le modalità di accertamento adottate, come riferisce il referente della sede turese.
“Gli agricoltori vengono letteralmente presi d’assalto dall’ispettore del
lavoro, da un funzionario INPS, da altrettanti membri della Polizia
Provinciale, della Guardia Forestale, della Guardia di Finanza e dei
Carabinieri, una task – force che circuisce i presunti irregolari. Purtroppo le
multe sono salate: dai 2mila ai 4mila euro, se si tratta di datore di lavoro o lavoratore
dipendente. Ci si lamenta, inoltre, della macchinosità dell’iter burocratico
per essere assunti. Le procedure d’assunzione devono essere avviate il giorno prima,
a 3 enti simultaneamente: all’Ufficio Territoriale per l’Impiego (il venerdì
pomeriggio chiuso per accettare assunzioni via fax) all’INPS e all’INAIL. “L’agricoltura
non è industria; stiamo premendo a livello nazionale per snellire la burocrazia
e perché l’assicurazione sia fatta contestualmente e non il giorno prima”.
Di parere differente la CISL
che in una nota puntualizza: “Siamo convinti che l’attività di repressione di
questi anni stia facendo emergere situazioni diffuse di lavoro nero e
sottosalariato con inversione di tendenza sia in termini di regolarizzazione
delle assunzioni sia in termini di regolari contratti. E sul problema specifico
dell’aiuto tra parenti per la campagna olivicola in corso, riteniamo che si
voglia strumentalizzare l’intera questione per ottenere di più e non certo per
i cosiddetti occasionali, ma per tutti”. Abbiamo chiesto un parere anche ai
diretti interessati: “Ci sentiamo braccati come delinquenti e, se si continua a
seminare tensioni, presto le nostre rigogliose campagne diventeranno boschi”. A
lamentarsi sono soprattutto i titolari di microaziende agricole, una realtà
molto diffusa nel nostro territorio che stenta a sopravvivere. “La copertura
delle spese, non sempre possibile, richiede una collaborazione tradizionalmente
di tipo familiare o amicale, gratuita, oggi per certi aspetti inammissibile”.
L’art. 74 della cosiddetta legge Biagi, in materia di agricoltura, definisce il
lavoro occasionale come quelle prestazioni svolte da parenti e affini fino al
terzo grado (escluso cugini e conviventi) in modo non continuativo e per breve
tempo, non percependo alcun compenso. I destinatari della norma sono i
coltivatori diretti e non, per quest’ultimi sussistono sempre gli stessi limiti
di parentela, di gratuità e di occasionalità delle prestazioni. Requisiti che
vengono accertati di volta in volta dall’ispettore del lavoro che si basa
sull’estensione del terreno e sul tipo di coltivazione, per valutare a sua
discrezione la temporaneità del lavoro. Anche per il coniuge e per il figlio,
quindi, vale lo stesso principio: se lavora con continuità nell’azienda di
famiglia, deve formalizzare la sua posizione assicurativa come collaboratore
dell’impresa familiare. Lo stesso dicasi per il pensionato che può continuare a
lavorare, purchè assunto, altrimenti rischia la decurtazione dei compensi
ricevuti dalla pensione e non la sua sospensione come si pensa erroneamente.

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