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31 COMUNI, 70 KM DI COSTE, 1 MILIONE DI PUGLIESI, INSIEME

 

 

 

Consiglio
monotematico sul Piano strategico BA2015

 

Ieri pomeriggio, nell’aula consiliare del Palazzo di Città,
stranamente gremita, si è tenuto il Consiglio Comunale monotematico finalizzato
alla presentazione del “Piano Strategico Metropoli Terra di Bari” e all’approvazione
della convenzione ex art. 30 D. Lgs. 18 agosto 2000 n.267 avente ad oggetto:
“BA2015-Piano Strategico Metropoli Terra di Bari. Nuovo Modello di Governance e
Organismo Intermedio finalizzato alla redazione, elaborazione e realizzazione
del Piano Stratagico Metropoli terra di Bari e del Piano Metropolitano della
Mobilità Sostenibile”.

Nel dibattito pacifico e scevro dai soliti battibecchi, si è
discusso riguardo le potenzialità e i fini del P.S. Luca Scandale, abile
relatore della giornata, coadiuvato dagli interventi puntuali del Sindaco e
spronato dalle domande della Minoranza, ha illustrato a tutti i consiglieri e
cittadinanza quanto vi andiamo a spiegare di seguito.

Le nuove strategie di sviluppo sostenibile dei territori
necessitano di partecipazione nelle scelte strategiche e di una visione
condivisa dello sviluppo, in quanto la combinazione di strumenti tradizionali
di programmazione e progettazione delle città ha scontato, generalmente, la
mancanza di una solida cornice strategica e di consenso nelle scelte.

Molte città europee negli ultimi anni hanno dato vita a
piani strategici capaci di mettere insieme una serie di interventi e di
procedure finalizzate alla progettazione e al governo di processi di forte
trasformazione sociale e territoriale. Ciò è avvenuto sia in aree con evidenti
necessità di riconversione strutturale quali Amburgo, Birmingham, Liverpool e
Manchester, sia in città dinamiche con problemi di prestigio e competizione
internazionale quali Lione, Barcellona, Amsterdam e Torino.

La finalità della pianificazione strategica è quella di
elaborare politiche di sviluppo del territorio attraverso scelte strategiche in
grado di convogliare le “risorse” esistenti sul territorio ed attrarne altre
dall’esterno. Di qui la necessità di coinvolgere tutti gli Attori, pubblici e
privati, portatori di queste “risorse”, siano esse materiali o immateriali. In
particolare il Piano Strategico Metropoli Terra di Bari poiché interessa
un’area molto vasta coincidente con il territorio di ben 31 Comuni
(Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Bari, Binetto, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cassano delle Murge, Cellamare, Conversano, Corato, Gioia del Colle, Giovinazzo, Grumo appula, Modugno, Mola di Bari, Molfetta, Noicattaro, Palo del Colle, Polignano a Mare, Ruvo di Puglia, Sammichele di Bari, Sannicandro, Terlizzi, Toritto, Triggiano, Turi, Valenzano) ha la necessità di
individuare forme di governo partecipato che riescano a tenere assieme in primo
luogo i diversi i Attori pubblici (cioè le Amministrazioni dei 31 Comuni). I
comuni ne faranno parte fino al 2015, appunto, da cui il nome del Piano
Strategico.

Per questo motivo i Comuni assieme alla Provincia di Bari
hanno sottoscritto il 31 ottobre.2006 un Protocollo d’Intesa con il quale hanno
previsto la costituzione di specifici organi costituiti dai rappresentanti di
tutte le Amministrazioni coinvolte.

Si tratta del Consiglio
Metropolitano dei Sindaci, che si configura come la struttura
assembleare istituzionale retta dal principio della equiordinazione tra tutti i
componenti (è costituita dai Sindaci dei Comuni e dal Presidente della
Provincia), della Cabina di
Regia del piano, che costituisce l’organo tecnico-esecutivo
(composta dai Sindaci dei Comuni capofila dei tre Poli originari e dal
Presidente della Provincia).

Accanto a tali organi ve ne sono altri di carattere tecnico
e di supporto, tra cui un ruolo fondamentale è da attribuirsi al Patto per la Metropoli Terra di
Bari, costituito dai Partner
pubblici e privati, che consentirà di istituire dei luoghi permanenti del
partenariato pubblico e privato, probabilmente ripartiti per settori
d’intervento (ambiente
e territorio,
economia e
sviluppo, cultura,
lavoro,
formazione
e welfare).

Attraverso il Patto si mira al coinvolgimento nella
elaborazione delle politiche di sviluppo del territorio degli Attori privati,
affiancandosi agli organi di governo pubblici anche forme di rappresentanza di
interessi privati, della collettività e delle categorie che operano sul
territorio.

Si realizza così il passaggio da un mero governo gestito da
poteri pubblici ad una vera e propria governance, caratterizzata dalla
partecipazione attiva anche dei soggetti privati.

L’evoluzione probabile di queste forme di governo
“partecipato” va nella direzione della costituzione di vere e proprie forme
associative tra i Comuni, coerentemente con le “Linee guida della Regione” sulla
pianificazione strategica che ritengono l’opportunità di dotarsi di “forme
associative intercomunali” e “strutture amministrative comuni”.

Forme associative disciplinate nel Testo unico degli enti
locali a norma del quale i Comuni possono scegliere di avvalersi semplicemente
di uffici in comune per la gestione oppure costituire un autonomo soggetto
giuridico cui demandare l’esercizio di determinate funzioni pubbliche, come
possono essere l’Associazione ed il Consorzio, sino ad arrivare alla costituzione
di una Unione di Comuni o Unione metropolitana, in virtù della vastità
dell’area coinvolta.

Parallelamente il coinvolgimento degli
Attori privati potrebbe evolversi nella costituzione di una Agenzia per lo
sviluppo o una società a partecipazione mista pubblico-privata con compiti
tecnici di supporto alla progettazione.

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