“POTREI ANCHE MORIRE E NESSUNO SI ACCORGEREBBE DI ME”

Continuano gli episodi di vandalismo. Preso a
sassate l’alloggio di Pedro

Ieri notte, per la seconda volta in sei giorni, si è
verificato un gravissimo episodio di vandalismo ai danni di Pietro Cistulli,
uomo di 46 anni che sopravvive attualmente nell’alloggio del vecchio mattatoio
comunale, ormai in disuso dagli anni ’70. La dinamica del fattaccio è sempre la
medesima: un gruppo di giovanissimi ragazzi si avvicina alle stanze in cui
“Pedro” (come viene amichevolmente chiamato da chi ogni tanto gli rivolge la
parola) vive, tirando massi di grosse dimensioni contro le inferriate che,
fortunatamente, proteggono le finestre. Tutto questo intorno alle 23.30 di
venerdì scorso e alle 2.30 del mattino di domenica 6 aprile. Sempre la stessa
macchina, “sempre gli stessi ragazzi”.
Ieri pomeriggio passavamo di lì per fare qualche fotografie
ai ciliegi in fiore e, ahimè, ci ha fermato Pietro descrivendoci la dinamica.
“Non ho dormito per tutta la notte. Mi hanno preso a sassate. Le pietre le
potete vedere con i vostri occhi e i danni alle reti metalliche anche”. Ci
siamo ritrovati davanti ad un uomo solo, stanco, “senza nemmeno la forza di
mangiare”, con gli occhi gonfi, esasperato dall’assurdità dei gesti di alcuni
scellerati che non sanno come tirare avanti la nottata e si riducono a gesti
completamente fuori da ogni logica. Ha anche un occhio nero, Pedro: avantieri
sera mentre tornava a casa dalla solita passeggiata giornaliera in paese, a
causa dell’illuminazione pressoché inesistente in via Cisterna, ha inciampato
in una buca e ha rovinosamente battuto il viso per terra. Della serie, “piove
sempre sul bagnato”.
Ma da dove sbuca fuori Pedro? La mia generazione, di
ventenni, lo ricorda come custode del campo sportivo, anche se, forse, non ha
mai ricoperto tale ruolo ufficialmente, ma solo di fatto. Egli, infatti, prima
di vivere ai margini del macello, si arrangiava tra le fondamenta delle tribune
del campo sportivo insieme al suo cagnolino bianco. “Qui fui messo dall’amministrazione
Stefanachi – mentre qui mi ha spostato l’ammistrazione passata”. Tornando
indietro negli anni egli visse nei locali adiacenti alla caserma dei carabinieri
dopo aver avuto una vita familiare difficile. Adesso viene sostenuto dalla
LADISA, azienda che gli fornisce i beni di primissima necessità. Le tre stanze
dove è accampato sembrano vecchi scantinati dove c’è di tutto. Qualche santino
attaccato alla parete, una vecchia foto fatta dagli amici che hanno avuto in
gestione il campo sportivo per anni, e una foto fatta da me durante l’ultimo
presepe vivente: con la sua barba incolta, capelli lunghi brizzolati, e un
vestito davvero azzeccato, egli era il personaggio più riuscito dell’intera
manifestazione. Una vecchia televisione bianco e nero che gli tiene compagnia,
un piccolo specchio vicino al quale ci sono dentifricio, saponette e rasoio.

Ma
quando ci ha raccontato che “per bontà d’animo” ha ospitato, addirittura, un
gruppo di rumeni tra i suoi pochi vestiti, davvero abbiamo capito che è una
persona ricca di sentimenti, pronto a porgere la sua mano a chi sta peggio di
lui.