ELEFANTE E LA QUESTIONE MERCATO COPERTO


Quando il Sindaco chiama, sempre lui risponde
“L’abbattimento non s’ha da fare”
Sullo sfondo, un pizzico di ironia sul manifesto dell’amico Biagio
Ci ha fatto aspettare troppo, Biagio Elefante. Fonte interminabile di notizie e, molto più spesso, di pareri personali da prendere con le molle. Siamo passati spesso in questi giorni davanti alla sua abitazione per controllare se avesse “pubblicato” un’altra delle sue, ma ci sembrava tutto fin troppo tranquillo… E sbagliavamo! Ci siamo avvicinati presso il portoncino, ormai deturpato dallo scotch con cui affigge i suoi manifesti, e abbiamo constatato di non essere stati attenti. Sebbene la scrittura e i pennarelli fossero sempre gli stessi, Elefante ne aveva scritta una nuova: il riassunto dell’incontro sulla questione “mercato del pesce” riferito alla popolazione secondo il filtro della sua penna. Infatti, il dialogo che vi proporremo integralmente, riporta un botta e risposta tra affermazioni dette in Aula Consiliare il 7 Febbraio scorso dalle autorità e le sue personalissime opinioni. Nel frattempo, ci prendiamo il personalissimo permesso di satireggiare un pochino su di lui, stavolta.
Titolo: “Mercato coperto mercato dei voti e mercato della religione”.
Sottotitolo: “Dal Pubblico dibattito nella sala consiliare
Arciprete: Se si abbatte in questo posto si può mettere il carro. Pare che il suolo appartenga alla Chiesa.
Cittadino: Apparteneva alla chiesa, se mai.
Il cittadino era lui, lo abbiamo sentito con le nostre orecchie durante la riunione cittadina. Non si vorrà nascondere il nostro caro Biagio? Comincia ad avere paura delle proprie affermazioni?
Sindaco: Passando davanti io che da bambino vedevo saltellare i pesci posso provare un’emozione, ma un giovane no.
Cittadino: Io (sempre lui, quindi) passando davanti al Palazzo Machesale non ho mai visto saltare le teste che saltavano 7/8 secoli fa, ma non per questo lo voglio abbattere.
In effetti se provasse a farlo l’unica testa a saltare potrebbe essere la sua. Inoltre, dopo aver accusato il Ministro di boicottaggio politico per la questione Ciliegia Ferrovia DOP, avevamo davvero paura che avesse in serbo la distruzione del Colosseo. E lì si che di teste ne sono saltate. Meno male che abbia accantonato l’ipotesi Palazzo Marchesale: non butterà giù nemmeno il Comune.
Architetto Giannini: Se lo abbattiamo potrebbero venir fuori vecchie mura, vecchie porte.
Cittadino: Allora abbattiamo il Municipio , o casa mia, per vedere cosa esce da sotto.
Partendo dal presupposto che gli esperti hanno parlato di concreta esistenza di porte e finestre da riportare alla luce senza usare condizionali (che costerebbero al comune fior di quattrini inutili qualora fosse una balla), Elefante ci ha quasi anticipato: la voglia di buttare giù qualcosa non gli manca. Se fosse qualcuno sarebbe ancora più contento. Non vi faremo perdere tempo a leggere la lista.
Architetto Lo Grillo: Lo stabile non poggia su mura di pietra della chiesa, ma su un semplice muro bianco. Sono d’accordo con la Architetta Rossi, va conservato come contenitore culturale, per riunioni, è centrale e può servire quando piove.
Sindaco: quello è un obbrobrio, e noi possiamo cancellare gli errori del passato.
Cittadino: non credo che gli architetti in epoca fascista abbiano fatto degli obbrobri, in Italia e all’estero. Gli obbrobri si fanno oggi, come il Palazzo Marchesale trasformato in sala matrimoni a noleggio, e senza parcheggi. Va conservata la funzione sociale dello stabile. Il mercato era luogo d’incontro e tale deve rimanere. A parte che il Comune non può abbattere un proprio bene, e chi lo facesse dovrebbe risarcire il danno.
Ora, non provategli a chiedere su che legge si basa la sua ultima affermazione altrimenti non basterebbe una vita. Tuttavia ci va di sostenere la sua opinione circa il Palazzo Marchesale. Sarebbe più bello che un paesino come Turi avesse dato vigore alla storicità della struttura trasformandolo in un museo architettonico per ospitare i forestieri durante le feste di paese e le scolaresche per le gite.
Sindaco: Abbattendolo creeremo uno spazio che darà visibilità alla grandezza di Dio.
Cittadino: Allora abbattiamo anche la casa di Don Vito?!
Lasciamo solo la Chiesa Madre e facciamola finita, ci verrebbe da dire. In realtà, benchè i religiosi sarebbero contenti, non si darebbe ampia veduta di Dio che, bontà sua, nemmeno il Papa ci pare l’abbia visto, ma solo della facciata laterale della chiesa. Piuttosto, perché non si è pensato all’abbattimento di qualche casa dirimpettaia il prospetto della Chiesa dandole più forza creando un’area ad essa dedicata, ristrutturando il mercato coperto e trovando un nuovo alloggio per le poche famiglie che rimarrebbero senza?
Sindaco: Faremo un concorso di idee fra tecnici.
Cittadino: Ci siamo noi cittadini a dare idee, non servono tecnici a meno che si vogliano regalare soldi come al solito.
Certo è che nessuno vuole spendere soldi a destra e a manca, ma che tutti abbiamo la stessa voce in capitolo di esperti in materia ci sembra un po’ forzato, caro Biagio. Tu però continua a darci idee e opinioni. Non vorremmo negarti del diritto dato dalla legge 21 della costituzione che hai rifilato a chiunque venga a parlare con te!
Infine conclude con un sotto-titolo che recita così: “Dopo i diversi “comizi” di De Grisantis ora è la volta di Gigantelli che ha già cominciato il 20 gennaio a salire sull’altare della Chiesa madre, per osannare non — ma il suo fido comandante e le sante contravvenzioni. Con successivo “rinfresco” a spese nostre”.
Mamma mia Biagio, ma che ti hanno fatto i clericali? Ce l’hai anche con loro? Comunque su una cosa ti vogliamo correggere: più che rinfreschi, sarebbe opportuno parlare di “sciacquate”!