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IL MERCATO DEL PESCE A TURI: INCHIESTA


Il mercato coperto rischia di essere sostituito da una piazzetta

Abbatterlo o non abbatterlo. Questo è il problema

La maggior parte della cittadinanza preferirebbe non abbattere “quel pezzo di storia”

“Abbattere o non abbattere”, questo è il problema. Il dubbio amletico che circola in piazza tra sorrisi e malcontenti.

I lavori di restauro della Chiesa Matrice di Turi volgono al termine. Secondo il tabellone esposto al di qua delle impalcature si legge che i restauri termineranno il giorno13/03/2008, dopo un anno di fatiche, blocchi stradali e tanta polvere. Il “grosso” della parte esterna è stata completata. La pietra calcarea bianca è tornata in vita come nuova, le tegole sono quasi tutte risistemate, e le epigrafi scolpite qui e la sugli architravi sono ora ben leggibili. Unica nota di demerito riguarda la parete opposta all’entrata principale: è stata totalmente pitturata di bianco. Inspiegabile. Per il resto nulla da dire.

E proprio ora che i turesi si preparavano a godersi in santa pace la chiesa principale del paese ecco spuntare un nuovo problema di carattere, più sociale che amministrativo. Ci si è accorti, quasi alla fine dei lavori, che l’ex Mercato del Pesce sito in via Dogali, adiacente alla chiesa stessa, potrebbe ostruire la visibilità della Chiesa Matrice.

Soffermandosi a leggere con attenzione il manifesto su cui sono elencati i vari direttori di lavoro, ditta appaltante e quant’altro, in una nota in basso è possibile leggere che l’importo dei lavori ammonta a 494.505,60 €, e che l’opera è cofinanziata per € 830.000,00 dalla Regione Puglia e per 16.938,78 € dal Comune di Turi. Queste somme elargite dai due enti pubblici serviranno a pagare non solo i lavori, intesi in senso stretto, ma anche  a pagare le giornate di lavoro degli operai e i progettisti. Ora sarebbe utile capire se questa ulteriore spesa, sicuramente non prevista nel marzo scorso quando cominciarono i lavori, possa essere sostenuta dai fondi adibiti al restauro. Se così non fosse, il Comune che già pare quasi al verde, come farà a sostenere questa spesa?

Molti vorrebbero che quella zona molto trafficata di Turi tornasse alle sue origini, quando quella struttura non vi era stata ancora costruita, con l’abbattimento del mercato coperto e la messa in opera di una piccola piazzola, con tanto di fontana, pochi alberi e addirittura panchine. In questo modo si otterrebbe come risultato la valorizzazione della parete laterale della chiesa, tutt’ora coperta completamente e per giunta intonacata. Ma non sarà certo intento di chi vuole abbattere il vecchio mercato del pesce quello di vedere una chiesa di tale bellezza intonacata. Quindi si dovrà procedere con la rimozione dell’intonaco per far riemergere la vecchia pietra. Ciò significa ulteriori spese non previste. Altra persone, sembrano molto meno infastidite dalla presenza di quei locali comunali. Anzi, ritengono importantissima quella struttura in quanto sede di importanti associazioni che fruiscono della concessione dei locali da parte del comune. Nella fattispecie parliamo di FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) e Comitato Feste Patronali che si sono succedute nell’occupazione alla Pro Loco. Inoltre, quella struttura non ha solo queste funzioni. In passato, e ancor oggi, è stata spesso utilizzata per mostre di quadri, gare di presesi e persino per lo spoglio elettorale delle ultime votazioni per il PD. Ogni estate, inoltre, è teatro dell’asta per l’aggiudicazione del trasporto del carro di Sant’Oronzo.

Risultano piuttosto bizzarre le affermazioni di quanti parlano di ristrutturazione dell’ex mercato coperto, in modo tale da abbattere le barriere architettoniche avvicinandone gli stili. Ma come può un locale in cemento armato fatto di pilastri e solai avere lo stesso impatto di una chiesa imponente in pietra a vista, tegole e architravi? La questione della ristrutturazione sembra lontana dalla probabile decisione che verrà presa durante la conferenza cittadina che si terrà tra qualche giorno “su al Comune”.

 

A tal proposito abbiamo fatto una piccola indagine per capire cosa la cittadinanza pensa a tal proposito. Le argomentazioni avvallate dai cittadini sono diverse e molteplici. Secondo un sondaggio proposto sul Forum di Turi www.turiweb.it/forum è emerso che il 36% della popolazione turese è favorevole all’abbattimento dell’ex mercato coperto, il 45% preferirebbe una ristrutturazione dello stesso e i restanti lascerebbero tutto così come appare oggi.

Tra le tante opinioni raccolte ne citiamo alcune:

“Il mercato coperto stona parecchio, specialmente dopo il restauro che ha riportato alla luce la vera bellezza della Chiesa adiacente. È un pugno in un occhio vedere una struttura che cade a pezzi di fianco alla bellezza della pietra bianca locale riportata all’antico splendore”.

“Credo che si possa certamente rivalutare meglio la zona senza buttar giù nulla. Il mercato coperto fa parte ormai parte di Turi e della sua storia. In questo modo il Comitato Feste Patronali alle spalle del Carro di S.Oronzo che fine farebbe? Tuttavia lascerei decidere a tutti i cittadini tra un progetto senza mercato e un altro che prevede la ristrutturazione dello stesso.”

“In linea di massima sono d'accordo sull’abbattimento della struttura a due condizioni: una che il progetto sia impostato secondo la volontà popolare e secondo che si trovi alloggio alle associazioni che verrebbero spostate dalla loro attuale sede”.

“Per l'uso che ne fanno del mercato coperto… meglio toglierlo trovando una nuova sede per el associazioni che perderanno “il posto”. L'importante è valorizzare quel poco di storico che abbiamo”.

“Vedere una facciata spoglia come il lato posteriore e qualche alberello di cachi, abbandonati a se stessi come gli alberi di via XX Settembre, della stessa piazza Chiesa e delle altre ville già esistenti mi dispiacerebbe molto. Se fosse stato nei loro progetti, perchè qualche mese fa hanno riparato il terrazzo, per sperperare i savrifici dei cittadini? Ora che l'opera è già in dirittura d’arrivo, non è più conveniente ristrutturare la struttura e lasciare intatto quel pezzo di storia che molti di noi abbiamo vissuto in prima persona?”

“A Mola di Bari qualche anno fa per dar pregio al maestoso Castello Angioino hanno demolito la grossa struttura  accostata, adibita a cinema, costruito senza criterio quando tutto era possibile.
Al suo posto ci han fatto un giardino tutt'ora visibile e fruibile, così facendo hanno dato lustro al castello. Se riuscissero a fare lo stesso a Turi ne sarei felice.”

“Io sono per l'a

bbattimento. Anzi, penso rientri nei progetti immediati che seguiranno i lavori di restauro della chiesa. Quella chiesa è bellissima, forse non ce ne siamo mai accorti perchè abituati ad averla lì, ma è veramente un capolavoro. Penso alla questione di Mola, ed allora si trattava di un cinema. Figuriamoci un locale praticamente vuoto e inutile 300 giorni l'anno. E comunque pare stia cadendo a pezzi veramente. Una bella piazzetta come dice qualcuno farà pur vedere la parete “spoglia” della chiesa, ma parliamo sempre di pietra bianca in stile romanico. Non mi sembra poi così male.”

“Si tratta di un'azione che dà origine a due effetti positivi: l'eliminazione di una fonte di inquinamento urbanistico e il rilancio della bellezza architettonica della chiesa madre. Sono favorevole all’abbattimento. Tuttavia sarebbe opportuno non far aumentare i “senzatetto” a Turi.”

“Serve a qualcosa il mercato coperto? Magari si crea anche un parcheggio vicino alla chiesa…ma tanto non lo abbatteranno mai, non hanno i soldi.”

“Sono per l’abbattimento. I turesi amano gli spazi pubblici. Basta vedere come hanno gradito il restailing della villa comunale. Oppure il "salottino" creato nell'area limitrofa alla bellissima chiesetta di S. Rocco. O anche i vasi posti quà e là nel centro storico per i quali nostri concittadini si son fatti carico della manutenzione e relativo innaffiamento durante i mesi estivi, visto che l'amministrazione comunale non ha provveduto alla loro cura. A tutti loro, in qualità di ambientalista faccio un plauso. Questi sono i turesi che forse nessuno osserva. Ma sono turesi da imitare.”

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