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BLOCCHI STRADALI, TURI IN TILT COME L”ITALIA

  Turi – L’Italia è a secco, e anche Turi. Otto distributori di benzina su dieci sono rimasti senza carburante. Nel nostro paese

le statistiche sono ancora più critiche: una sola stazione di benzina disponibile nel raggio di 15 km dal centro abitato. Una vera e propria paralisi per tutta la nazione. Le cisterne non vengono rifornite da giorni, e ora che si sta tornando alla normalità ci vorranno altri due giorni per stabilizzare la situazione. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a code mai viste ai distributori: 30 autovetture in attesa di fare rifornimento di carburante; il diesel è finito ancor prima del previsto. Il problema creatosi è più grosso di quanto sembri. Senza benzina non c’è la possibilità di rifornimento per i supermercati. Dai mercati principali all’ingrosso non è partita né frutta né verdura. I prodotti alimentari deperibili in questo modo rischiano di rovinarsi nei magazzini, causando danni inestimabili. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) afferma che con questa situazione potrebbero non arrivare nei negozi e nei supermercati i prodotti tipici delle feste di fine anno. Ancor più gravi i danni causati alla sanità e alle città: il rischio di lasciare a secco ambulanze e mezzi di soccorso è stato altissimo. Infatti, non tutti gli ospedali, le strutture sanitarie, di polizia e di pubblica utilità hanno un proprio servizio interno di rifornimento carburanti. I gestori della Figisc hanno cercato di cautelare i servizi di pubblica utilità chiedendo ai benzinai di salvaguardare 500-1000 litri di benzina da destinare ai loro mezzi.

Interessati allo sviluppo della vicenda anche gli editori, visto che lo sciopero dei tir ha messo a soqquadro la distribuzione dei giornali. I problemi non sono stati solo questi. Anche gli animali hanno sofferto a causa del blocco dei Tir: molti allevamenti rischiano tutt’ora di rimanere senza cibo, perché si sono  bloccate anche le consegne dei mangimi e del foraggio.

Speriamo di essere giunti all’epilogo del problema, ormai insostebile, che ha messo in crisi l’intera popolazione. Martedì pomeriggio è scattata l’inevitabile precettazione. Inevitabile. L’alternativa era avere l’Italia in ginocchio senza benzina e senza rifornimenti di ogni genere. Questo ci fa capire quanto siamo dipendenti dai mezzi di trasporto per qualsiasi tipo di spostamento, come fare la spesa o andare a lavoro. Non a caso si dice che il nostro paese “viaggi su strada”.  Utilizzando i mezzi pubblici sicuramente la situazione sarebbe stata meno grave del previsto e le risorse dei carburanti avrebbero retto fino alla fine dello sciopero dei Tir.

I camionisti sembra che abbiano recepito nelle ultime ore le minacce dagli “alti gradi”. Infatti, continuando a bloccare la viabilità, i camionisti avrebbero rischiato sanzioni penali, con l’arresto fino a quattro anni e sanzioni amministrative, di 500 euro per i singoli imprenditori e di 25000 euro per le associazioni.

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