Tarsu: un aumento che fa discutere
È arrivata la TARSU, imbucata nelle cassette postali dei cittadini turesi, con l’annunciata, e temuta, aliquota maggiorata pari al 12.4%.
Ci si aspettava che il suo aumento fosse posticipato all’argomento del prossimo Consiglio Comunale, come per l’aliquota Irpef o Imu, ma non è stato così. Forte il disappunto di tanti nostri concittadini, come quello espresso dal referente del Comitato cittadino “Turi Futura”, Carmine Catalano, che abbiamo raccolto questa settimana. “Ci auguravamo un aumento a scaglioni e nel tempo, oppure in base al reddito, non un’impennata così all’improvviso”. “Tale aumento – prosegue – colpisce soprattutto le famiglie che stentano ad arrivare a fine mese e che già faticavano, negli anni passati, a pagare la tassa sui rifiuti”. “A Turi – aggiunge ancora amareggiato il signor Catalano – è comune avere case grandi, acquistate anche da forestieri, per i suoi prezzi vantaggiosi, ma l’aumento del 12.4%, circa di 0,18 cent. al m2, è un problema serio”. Conclude con l’augurio che l’Amministrazione non “applichi l’annunciato aumento del 100% dell’addizionale Irpef, ma che almeno attui un incremento iniziale del 50%”.
Resta però a noi fare una considerazione. La quota Tarsu, che abbiamo ricevuto a casa è con o senza Iva? Ci facciamo questa domanda perchè leggendo le informazioni allegate ai quattro bollettini prestampati (3+1) non compare alcun riferimento all’Iva che, proprio in riferimento alla Tarsu e alle altre forme di tributi, non dovrebbe essere assogettata. Come lo stesso ‘Altroconsumo’ espone, risale al 2009 la sentenza con la quale la Corte Costituzionale aveva prospettato ai contribuenti la possibilità di ottenere il rimborso di quanto indebitamente pagato. Sono seguiti anni di confusione, nei quali i Comuni sono andati avanti in ordine sparso nel concedere o no i rimborsi e nel continuare o no ad applicare l’Iva. Mentre diversi Giudici di pace e Commissioni tributarie si esprimevano in modo contraddittorio sulla questione, in risposta a ricorsi presentati dai singoli contribuenti. L’ultima sentenza della Corte di Cassazione (del 9 marzo 2012) fa nuovamente chiarezza su quanto non c’era bisogno di ribadire ulteriormente: l’Iva sulla Tarsu non è dovuta perché si tratta di un tributo.