Elezioni: un Giga va un Giga viene
Alla vigilia della presentazione delle liste, che al momento sembrano essere tre, una di sinistra, una di centro, perché la destra non è rappresentata, ed un’altra eterogenea per la mescolanza di candidati, non emergono elementi per soddisfare le aspettative di vedere una squadra con il proprio candidato sindaco all’altezza di affrontare il non facile compito amministrativo. Così si potrebbe dire: da un Giga all’altro, come cloni del sindaco uscente. Dopo aver contato il quarto fallimento amministrativo del nuovo corso, vediamo uscire di scena il sindaco Gigantelli, ma non a testa alta, e lo dico in forma dialettale per meglio dare l’idea del suo operato:”chi mazz ngued”, nel senso di bastonato moralmente. Questa la sua eredità, basta guardarsi intorno per vedere un’inefficienza generalizzata, dalla villa comunale disastrata agli alberi del corso non potati, all’orologio della torre fermo, alle opere pubbliche, già finanziate dalla precedente amministrazione, non ancora ultimate. Niente PIP, niente sviluppo economico ed occupazionale, ma girando per il paese si vedono nuove case, tante case, solo case, tutto il resto è noia. Dopo le tante mie richieste per accertare la pericolosità dei BOC non è mai pervenuta alcuna risposta, né da parte della maggioranza, con l’uomo muto in testa, e neanche dalla opposizione in special modo da chi oggi si candida a sindaco, ce ne vuole di coraggio. Perché da sindaco saprà fare meglio? Quelle sono le credenziali. Dopo le tante delusioni, oggi si aspettavano certezze, che non ci sono, che sarebbero venute solo da chi avesse dimostrato in precedenza di essere coerente, preparato, disponibile e coraggioso. Se qualcuno di questi c’è si confonde nella quantità di riempicasse.
Il lavoro losco che si svolgeva nell’ufficio tecnico, ai più attenti, era noto fin dal 1993, quando agli allora candidati della lista Menino Coppi ebbi a dire: se si vince avete il coraggio di sventare il malaffare che si annida nell’ufficio tecnico? Bisognava accertarlo perché voci insistenti giravano per il paese, ma loro mi guardarono come se la stessero facendo sotto. Da allora ad oggi si è fatto finta di non sapere, anzi, come le indagini accertano, c’è chi avrebbe pure complottato. Il caso è scoppiato solo dopo l’arrivo di una lettera anonima, allora di che cosa stiamo parlando, e chi è stato fino ad oggi nella maggioranza o nella opposizione e che si sta riproponendo per fare che cosa: un’associazione sportiva o un circolo ricreativo? Avendo già dimostrato di non aver saputo difendere gli interessi di chi si era fatto rappresentare. C’è troppa troppa roba scadente in giro, nella lista del Pdl hanno escluso gli uscenti, o parte di essi, rei della cattiva gestione e perché uno di loro, altrettanto responsabile, invece di andare a casa, è stato promosso a consigliere regionale? In che cosa è diverso dagli altri per non aver esercitato alcun ruolo? Allora è stata una mazza di scopa perché fingeva di non sapere che si sbagliava nel conteggio degli oneri concessori a danno della collettività. Fumoso anche egli ed oggi con altri registi presenta una lista con un candidato sindaco che siede all’opposizione, vergogna!
Nell’ultimo consiglio comunale si voterà per l’approvazione del bilancio ed il candidato sindaco si troverà nella condizione, comunque, di votare a favore, non potrebbe fare altrimenti. Ma continuerà a sedersi nei banchi dell’opposizione, o passerà da subito in quelli della maggioranza? E come voteranno gli esclusi della lista? Così, dopo le tante figuracce se ne prevede ancora qualcun’altra.
A sinistra hanno voluto invalidare la concreta possibilità di arrivare alla vittoria per non aver saputo giocare una carta migliore che poteva essere la dott. Tina Resta, in quanto donna preparata e combattiva. Nell’altra lista sono confluiti i dissidenti di ogni estrazione politica associati solo nello scopo, ma non si capisce quale. In tutto questo contesto, di politica, nel senso etimologico della parola, neanche l’ombra? Termine che dal greco significa Polis, città, e fare politica significa adoperarsi per risolvere i problemi della città. Nella lingua italiana, invece, è la furberia con cui taluni si comportano per raggiungere i propri fini. A distinzione tra questi la fanno gli uomini, quelli con la U maiuscola, ma l’elettore a quale dei due significati saprà classificare i candidati? O preferirà l’astensione? Perché quando lo spirito di sopportazione si esaurisce prevale la convinzione che una buona volta diventa necessario dare una lezione. Comunque sappiano i prossimi vincitori ed oppositori che candidandosi, se poi non si è all’altezza del compito, ci si espone al pubblico ludibrio.
Cordiali Saluti
Angelo Matteo Genghi