Impegno per Turi racconta…. Le primarie ed i sindaci in pectore…
Le elezioni si avvicinano ed il tempo stringe. Nello scenario politico locale, frammentato e logoro come mai prima d’ora, l’unico punto fermo e certo è il nostro movimento civico “Impegno per Turi”.
Per molti è un imbarazzo. Il clima comincia ad accendere i toni. Non intendiamo in alcun modo alimentare polemiche, ma alla luce delle dichiarazioni rese sui giornali, riteniamo doveroso fare delle precisazioni, senza le quali, nella mente dei lettori, si insinuerebbero dubbi che non hanno ragione di sussistere.
Molto si è discusso di primarie. Ma cosa dovrebbero essere le primarie? Dal nostro punto di vista le primarie sono uno degli strumenti possibili con il quale, nell’ambito di una coalizione politica, di centro destra o di centro sinistra, che ha seguito un percorso condiviso, si procede alla scelta del candidato sindaco, fra quelli proposti nell’ambito della coalizione stessa.
Ebbene….. C’è qualcuno, fra i lettori, che riesca ad identificare inequivocabilmente una coalizione a livello locale, così unita e dal percorso politico chiaro e condiviso, da potersi dedicare serenamente ad una “competizione interna”, finalizzata esclusivamente alla scelta del candidato sindaco? A noi sembra proprio di no.
Secondo “alcuni”, “Impegno per Turi”, avrebbe dovuto partecipare alle primarie.
Ma di quali primarie si parla?
Di primarie del centro sinistra?
Delle primarie….. diciamo “cittadine”, aperte a tutti, dove possono votare anche persone di centrodestra?
A primarie dove possono candidarsi persone provenienti dall’area di sinistra, ma anche di destra?
Questa grande confusione ha indotto il nostro movimento a non prenderle in considerazione, non potendo “decodificarle” in alcun modo nello “statuto”.
Tanto per essere chiari, esemplifichiamo.
Le primarie sono sostenute, prevalentemente da SEL, COMUNISTI ITALIANI, PD, IDV. E fin qui, ci sembra abbastanza normale.
Ciò che è emerso, però, specie dalle compagini di sinistra più estrema, è che “Impegno per Turi”, avrebbe dovuto partecipare alle primarie, ma alla fine, in ogni caso, non avrebbe dovuto candidare persone con “provenienza” di destra.
La posizione è legittima, ma configura una situazione nella quale, in maniera evidente, si sta parlando di primarie del “Centrosinistra”.
Il nostro movimento è “civico” e non ha una collocazione a “centrosinistra” e neppure “a centrodestra”. Questo genere di etichetta non ci interessa. Vi possiamo garantire, infatti, che molti dei nostri sostenitori, pur avendo una “provenienza” da aree politiche di centrodestra, hanno fortemente incentivato il dialogo con persone di sinistra, ritenendo che, aldilà di tutto, tali persone fossero “meritevoli” per tanti motivi.
Vorremmo aggiungere che le primarie dovrebbero concludere serenamente un percorso condiviso. Se così non è, si rischia che possano contribuire a produrre delle tensioni. Diremmo, in altre parole, delle pericolose “molle compresse”, pronte ad esplodere in qualsiasi momento, persino dopo aver vinto nella tornata elettorale.
Credeteci. Questo è quello che temiamo in maggior misura. L’unità del nostro gruppo è l’unico presupposto, per noi irrinunciabile, per conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissi, nell’interesse della nostra comunità.
Ci è sembrato quantomeno bizzarro, poi, che a parlare di primarie siano state anche persone senza una precisa collocazione politico-partitica; le quali, pur strizzando l’occhio al PD (e di riflesso a SEL e COMUNISTI), dando l’illusione di voler competere alle “primarie del Centrosinistra”, non hanno esitato a lanciarsi in “trattative” su tutti i tavoli possibili, anche su quelli più lussuosi e confortevoli del centrodestra.
Segno evidente, questo, che molti sono solo in cerca della migliore collocazione possibile.
In fondo li capiamo. Comportarsi in questo modo è semplice e poco faticoso al tempo stesso.
Perché fare fatica?
La fatica di “ascoltare” i malumori, avvicinarsi alla gente, condividerne il malessere,
La fatica quotidiana di dover ascoltare…… comprendere….. rielaborare…….. accettare gli sguardi diffidenti che si abbassano …….
La fatica di dover sopportare di ricominciare daccapo ……
La fatica di insistere, di chiamare e richiamare……
La fatica di convincere di essere affidabili e degni di proporsi nello scenario politico…..
La fatica di dipanare la massa delle opinioni delle persone, dopo che le hai messe insieme…
La fatica del dover rinunciare al tuo poco tempo libero, alle vacanze o a alla famiglia.
E non solo per qualche mese prima delle elezioni….
Questa fatica, da troppo tempo, i partiti, nella maggior parte dei casi, hanno smesso di farla, preferendo cedere a quella vocazione “elitaria”, se non proprio autoreferenziale che, specie dal popolo della sinistra, è ripudiata.
Ed in tempo di crisi esplodono rabbia e disaffezione.
Non è strano, a questo punto, che la società civile prenda iniziative proprie. Sta accadendo ovunque.
Non è strano che persone che “guardano” in direzioni contrapposte, si accorgono di poter essere d’accordo su tutto, specie se si parla del nostro paese, riscoprendo quell’entusiasmo giovanile e semplice che non ammette barricate.
Nei panni di chi dirige partiti, specie di centro sinistra, saremmo stati molto attenti al nostro movimento, sin dai primi incontri, senza cedere il passo alle dietrologie che insinuavano la presenza, alle spalle del nostro coordinatore, di chissà quale oscuro deus ex machina.
Il tempo avrebbe ripagato, rafforzando quei partiti che, sposando l’iniziativa, avessero dimostrato sensibilità e spirito di condivisione dei problemi della gente. Si trattava di avere un poco di pazienza e lungimiranza.
Invece niente. È prevalsa quella forma di gelosia di chi si sente esautorato da un ruolo: quello di chi avrebbe dovuto per primo e per propria natura interpretare gli umori che provengono dal basso o, per dirla in altri termini, dalla “base”.
È prevalsa la stizza di chi, essendo stato escluso all’inizio, non se la sente di entrare in seconda battuta, di fare un passo indietro rispetto ad un simbolo ed un movimento creato da altri con sacrificio.
Se i partiti avessero svolto al meglio il ruolo che gli compete o se qualcun altro avesse fatto la fatica si raccogliere il dissenso della gente, forse “Impegno per Turi”, non sarebbe mai nato, perché non avrebbe avuto spazio sufficiente o, meglio ancora, non se ne sarebbe sentito il bisogno.
A Turi, invece, prevalgono i “veti incrociati” che impediscono, persino a coloro i quali la buona politica l’hanno fatta, che si formi un partito o una coalizione tali da rispondere alle istanze dei cittadini. In questo contesto, le primarie “American way” abbiamo finito per ritenerle fuori luogo.
A questo punto ha prevalso in noi l’idea che, piuttosto, debba essere premiato chi è stato disposto a tutte le “fatiche” di cui si è detto. Non si è trattato di una “premessa contrassegnata da una candidatura a sindaco in pectore”, ma dell’onesto e doveroso riconoscimento verso chi, oltre ad essere un valente coordinatore, si è mostrato il più assiduo e diligente degli “operai”, e cioè Franco Mercieri.
I candidati sindaci in pectore sono altri….. sono tanti….troppi.
Uno di questi, a cui siamo pure affezionati, ci ha detto: “Io non voglio fare il candidato sindaco…. Voglio fare il Sindaco di Turi….. e poi voi di “Impegno per Turi” non vi capisco….. perché chiamarmi? Vi sembra possibile che una squadra di calcio che prende Ibrahimovic, poi, lo faccia stare in panchina?”
Noi rispondiamo: Ibrahimovic lo faremmo centravanti per tutta la vita, ma se non si allena e non “fa squadra” ogni giorno dell’anno, dopo la panchina, finisce in tribuna.
Cordialmente.