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PIP: UNA LUCE ALL’ORIZZONTE

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Il Pip a Turi non si è realizzato perché nessuna impresa ha partecipato al bando. Un bando andato deserto che trova le proprie ragioni più immediate nella “crisi mondiale”, ma che, secondo il nostro punto di vista, era stato costruito dai tecnici in modo fallimentare sin dall’origine. Basterebbe pensare al prezzo di cessione dei capannoni, oltre gli 800 euro a mq. Veniamo ad oggi.
pip 2Venerdì scorso si è tenuto in Comune un incontro fra i nostri Consiglieri Comunale, maggioranza e opposizione, e il Consorzio di imprese Gap (che unisce imprese della Toscana e del Lazio) che aveva fatto pervenire presso il nostro ente una proposta per la realizzazione di un Pip con alcune modifiche, in particolare:
– la riduzione delle aree a cui estendere la proposta progettuale a valori che lascino sperare il probabile loro utilizzo nell’arco della durata della concessione, confermata in 10 anni. Ciò ha comportato anche una riduzione degli investimenti per opere infrastrutturali contenendo, pertanto, l’impegno finanziario complessivo e il fabbisogno iniziale da affrontare prima di iniziare il rientro dei capitali con il processo delle vendite.
– l’annullamento della realizzazione di un fabbricato per servizi e attività direzionali (in aggiunta a quelli già previsti nei Centri Servizi) destinato al termine della concessione ad essere trasferito nella disponibilità del Comune di Turi; Anche tale provvedimento contribuisce fortemente alla riduzione dei prezzi per mq di cessione dei fabbricati, portati così agli attuali livelli di mercato; [ Dunque anche il Consorzio Gap valuta fuori mercato il bando precedente, così come era evidente dall’indagine di mercato allegata al bando stesso. ]
– la modifica delle caratteristiche costruttive dei fabbricati industriali al fine di contenere al massimo i prezzi di cessione a mq dei fabbricati agli acquirenti e inserimento di una tipologia di fabbricati di minore dimensione per l’utilizzo da parte di imprenditori agricoli o artigiani locali che decidano di trasferire nell’area la loro attuale attività;
– il ripristino, a vantaggio del concessionario o degli acquirenti dei fabbricati industriali, della facoltà di realizzare impianti fotovoltaici sulle coperture dei fabbricati;
– un rinvio della realizzazione delle infrastrutture dell’impianto di trattamento degli effluenti al momento in cui saranno definite la quantità e la qualità degli effluenti da trattare provvedendo nel transitorio con l’installazione di sistemi lmhoff; Molti dubbi sono nati su questo punto. Ricordiamo che proprio la zona prevista per il Pip avrebbe bisogno di un impianto molto costo per il trattamento delle acque essendo a valle rispetto al sistema fognario.
– l’introduzione per il concessionario, al raggiungimento di traguardi prefissati in tempi predeterminati, della facoltà di estendere la concessione anche alle ulteriori aree PIP rimaste al momento fuori dell’area di previsto intervento.
L’Assessore Franco D’Addabbo ha mostrato dubbi soprattutto per la definizione legale ed economica degli espropri sottolineando che: “in caso nascessero dei contenziosi con i proprietari è necessario che la responsabilità non venga trasferita sul Comune”.
Infatti, a tutela degli interessi del Concessionario, e non del nostro Comune, è previsto, tuttavia che, qualora il prezzo di esproprio dei terreni dovesse superare il valore assunto nel piano economico-finanziario, il Concessionario potrà recuperare il maggiore costo sostenuto mediante un’opportuna combinazione dei seguenti comportamenti: aumento del prezzo massimo sopra indicato, vendita a terzi di quote del fabbricato per servizi e attività direzionali, riduzione del canone concessorio.
La proposta comunque resta al vaglio del neo ing. Giuseppe Di Bonaventura e della segretaria Anglana.

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