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CERCASI DISPERATAMENTE NUOVO PARROCO

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ll passo del sacerdote in chiesa, quando, dopo che tutti sono andati via, alla fine della messa, cammina, avanti e indietro, nella navata. Ha fra le mani il rosario, prega. Ringrazia il Signore per la giornata, per gli incontri che ha avuto. Forse gli raccomanda qualcuno che più di altri è in difficoltà. Il passo del sacerdote nel silenzio della chiesa, quell’immagine romantica di una persona che prega per il suo gregge, intermediario tra Dio e le persone che il suo vescovo gli ha affidato.

Il pensiero va alla parrocchia di san Giovanni, che, dopo la tumultuosa fine di un’estate, vive giorni di silenzio. Un silenzio non feriale, un silenzio fatto di attesa e speranza, forse anche di delusione e tristezza. Nella parrocchia di san Giovanni si respira l’aria irreale di una nave senza capitano. Don Felicienne si impegna come può, facendo più del possibile: è spesso in parrocchia, celebra la messa con la consueta sorridente serenità. Diviso fra Turi e i suoi studi di specializzazione teologica a Roma, con tra le mani una situazione forse più grande di lui. A volte, un altro sacerdote, sempre diverso, lo sostituisce nella celebrazione della messa vespertina. Arriva un minuto prima delle sette, per andare via subito dopo. A san Giovanni si respira quel che invece, normalmente, nelle chiese, è dato per scontato, e cioè che non si può prescindere dalla figura del parroco. Senza il parroco, la navata può essere splendente, ammirevoli gli arredi e pulite le cappelle: un luogo dove sentirsi vicini a Dio. Ma senza il parroco, la parrocchia perde il suo essere centro dell’attività pastorale, si svuota del significato della missione. Diminuiscono in entusiasmo i gruppi dei laici, le associazioni, i catechisti.

Don Lino lasciava Turi negli ultimi giorni di agosto. Sono trascorsi due mesi. Due mesi di brusii, di notizie più o meno validate, di supposizioni, di interpretazioni. Due mesi in cui al sentimento di mancanza nei confronti di don Lino, in chiesa e in carcere, si è aggiunto anche un sentimento di incertezza nei riguardi del futuro. La parrocchia di san Giovanni, dimenticata, attende un nuovo parroco, o quanto meno un sacerdote che possa gestire la chiesa, fare respirare don Felicienne che ha i suoi impegni romani con l’università. Un sacerdote che restituisca una certa continuità al vivere della parrocchia, che metta le basi per il nuovo anno liturgico. Un sacerdote che faccia tornare alla normalità la vita di una parrocchia che si risveglia, improvvisamente sola, dopo otto anni.

L’attesa per la nomina da parte del vescovo, rimandata di settimana in settimana, si è fatta sempre più pressante. Qualcuno aveva sperato che, in occasione della celebrazione per i 25 anni di sacerdozio dell’arciprete, il vescovo avrebbe sorpreso tutti con l’indicazione di chi avrebbe sostituito don Lino. Invece, ancora, silenzio. Don Giovanni, mons. Padovano presente e accanto a lui, aveva sussurrato …”aspettiamo il nuovo parroco che la bontà del vescovo vorrà mandarci”. A queste parole sono seguiti, ancora, giorni di silenzio. Di notizie che si diffondono, a bassa voce, ma che restano ipotesi da accertare. Giorni di attesa. Attesa per un nuovo sacerdote. Per qualcuno che ricominci a pregare per i suoi parrocchiani, per il popolo a lui affidato.

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