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S.O.S. RANDAGISMO A TURI

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Immoralità e disumanità, regnano, sotto gli occhi di molti nostri concittadini, in questi giorni. Cresce esponenzialmente, infatti, il numero di cani randagi che si aggirano per le strade cittadine, destando allarmismi e preoccupazioni.

La coscienza civica di alcuni turesi, quest’anno, con l’arrivo dell’estate, non sembra essere migliorata, per molti, infatti, non si è presentato il classico problema su come comportarsi con gli amici a quattro zampe. Gran parte dei cani randagi che si aggirano per alcune vie del centro cittadino, tra cui ricordiamo Viale Regione Puglia e Via Federico II, sono frutto di un abbandono, come  del resto, un cagnolino di media taglia che si aggira, in perfetta solitudine, nelle vie adiacenti Via Francesco Mastrangelo.

“Io abito in Viale Regione Puglia – afferma una nostra concittadina – dove è presente da circa un mesetto, un branco di randagi, che oltre ad abbaiare insistentemente in ore notturne, la mattina seguente lasciano dei “ricordini” alquanto ributtanti. La mia maggior preoccupazione è per i miei figli, che rincasando, si trovano a dover affrontare questo gruppo di randagi … la situazione è diventata alquanto insostenibile!”.

La presenza di cani randagi, all’interno della nostra comunità urbanizzata, ha sempre destato preoccupazioni, sia dal punto di vista dell’incolumità (cani mordaci) sia dal punto di vista sanitario. La salute pubblica, la sicurezza dei cittadini e la buona convivenza con gli animali da affezione, passa attraverso il buon senso di ognuno, ma deve anche essere tutelata da precise normative e da adeguati servizi. A tal proposito ricordiamo l’ Accordo del 6 febbraio 2003 tra il Ministero della salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano “in materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy”, volto a ridurre il fenomeno del randagismo canino. Tale accordo prevede: l’introduzione del microchip come unico sistema ufficiale di identificazione dei cani, a decorrere dal 1° gennaio 2005;la creazione di una banca dati informatizzata, su base regionale o provinciale; e l’attivazione di una banca dati nazionale istituita presso il Ministero della salute (Anagrafe canina nazionale), alla quale confluiscono i dati delle anagrafi regionali.

Questi provvedimenti, su scala  nazionale, consentirebbero la restituzione al proprietario degli animali che si sono persi e il monitoraggio della popolazione canina e del rilascio dei passaporti, concorrendo così a ridurre i cani vaganti e prevenire il fenomeno degli abbandoni. Auspicandoci che tali misure preventive siano effettivamente adottate, non ci resta che sollecitare le autorità competenti ad assumere provvedimenti al fine di debellare il fenomeno “S.O.S randagismo” presente in questi giorni.

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